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sabato 23 maggio 2015

Moneta Digitale: XBT, Bitcoin in Borsa, Una Settimana di Trading

Le critiche a XBT l’ETN Svedese costruito sul valore di Bitcoin rimangono tutte (la mia recensione su XBT), tuttavia adesso abbiamo una prima serie storica che traccia l’interesse degli investitori che hanno accesso al Nasdaq Svedese sull’unico strumento finanziario collegato a bitcoin (i vari CDS e GBTC al mercato OTC USA sono una barzelletta) quotato su un mercato ufficiale che è sottoposto ad un ente regolatore con regole stringenti (potete ridere…ente regolatore…ahahaah).
Ecco qui:

lunedì 18 maggio 2015

Le mani forti non giocano a dadi - Federico Izzi

E’ arrivata la prima sosta dei mercati azionari europei dopo una salita durata oltre tre mesi. Una volata, iniziata dai minimi di gennaio, che segna il rialzo dei listini europei più forte degli ultimi anni. Svetta il nostro indice FTSE Mib con una performance che raggiunge il +35%. Il listino resta tonico e si rivela il migliore anche nella recente fase di debolezza, aiutato dal settore bancario che ha un peso determinante sul nostro paniere.
TABELLA PERFORMANCE 2015
 
Dalla tabella è possibile notare che il saldo del 2015 continua a rimanere positivo e come il ribasso più pronunciato sia, ad oggi, quello dell’indice tedesco Dax che ruzzola ai livelli di prezzo di fine febbraio segnando un -10% arrivando ad annullare lo scatto di reni degli ultimi due mesi che lo ha spinto ad aggiornare i massimi storici assoluti.

In difesa dei francescani puniti da papa Francesco


Quattro studiosi hanno inviato in Vaticano un esposto contro il divieto ai frati dell'Immacolata di celebrare la messa in rito antico. "È una sanzione in palese contrasto con il motu proprio 'Summorum pontificum' di Benedetto XVI"

di Sandro Magister





ROMA, 17 settembre 2013 – Il divieto imposto da papa Francesco ai frati francescani dell'Immacolata di celebrare la messa in rito antico continua a suscitare vivaci e diffuse reazioni.

Nel darne notizia, lo scorso 29 luglio, www.chiesa titolò così:

> La prima volta che Francesco contraddice Benedetto


In realtà, quella libertà di celebrare la messa in rito antico che papa Joseph Ratzinger aveva assicurato a tutti col motu proprio "Summorum pontifiicum" oggi non ha più estensione universale, perché è stata revocata dal suo successore a una congregazione religiosa e conseguentemente anche ai fedeli che assistevano alle sue messe.

Con contraccolpi che investono l'intera Chiesa.

Molti amanti della tradizione temono infatti che questa restrizione apportata a un caposaldo del pontificato di Benedetto XVI diventi presto un impedimento più generale.

Così come, sul fronte opposto, altri invocano che la messa in rito antico sia relegata definitivamente al passato e salutano nel divieto imposto da papa Francesco ai francescani dell'Immacolata un primo passo in questa direzione.

I francescani dell'Immacolata hanno ubbidito. Ma c'è chi non si è arreso e ha inviato in Vaticano una critica serrata del decreto con cui la congregazione per i religiosi – con l'esplicita approvazione del papa – ha intimato ai frati il divieto di celebrare la messa in rito antico.

Gli autori di questa analisi critica sono quattro rinomati studiosi cattolici: Roberto de Mattei, storico e autore di una rilevante ricostruzione in chiave tradizionalista del Concilio Vaticano II, Mario Palmaro, filosofo del diritto, Andrea Sandri, esperto in diritto costituzionale, e Giovanni Turco, filosofo. I primi due insegnano all'Università Europea di Roma, il terzo all'Università Cattolica di Milano, il quarto all'Università di Udine.

I quattro – costituitisi in una commissione di studio denominata "Bonum veritatis" – hanno inviato il 14 settembre il loro esposto al cardinale João Braz de Aviz, prefetto della congregazione che ha emesso il decreto, quella per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, e per conoscenza ad altri dirigenti vaticani: al segretario di Stato entrante Pietro Parolin, al cardinale Raymond L. Burke, presidente del tribunale supremo della segnatura apostolica, all'arcivescovo Guido Pozzo, segretario della pontificia commissione "Ecclesia Dei".

venerdì 15 maggio 2015

Nasdaq OMX: al via i test per adottare la “catena” dei BitCoin - Di Riccardo Donini

Si parla di BitCoin da anni, ma adesso la moneta intangibile sta sollevando l’attenzione della borsa. Naturalmente quella che più si «addice» al caso: il Nasdaq.

Roma – Il Nasdaq OMX Group (NASDAQ: NDAQ) ha reso noto pochi giorni fa di aver iniziato i primi test di implementazione della catena dei blocchi, alla base delle transazioni delle criptomonete.
Il nome Nasdaq, «acronimo di National Association of Securities Dealers Automated Quotation (ovvero: “Quotazione automatizzata dell’Associazione nazionale degli operatori in titoli”) è il primo esempio al mondo di mercato borsistico elettronico, cioè di un mercato costituito da una rete di computer», spiega Wikipedia. È meglio noto come sede di scambi per il valore, 9.5 trilioni di dollari, avendo a listino i colossi della tecnologia, come ad esempio Apple e Google.
Da due anni circa, il gruppo ha avviato un mercato per la negoziazione di azioni e opzioni di imprese private, come la app musicale Shazam e il servizio di messaggistica Tango. Finora non è stato utilizzato un sistema comunemente riconosciuto per mantenere traccia di tutte le transazioni azionarie private e, a tal proposito, Nasdaq vuole portare maggiori affidabilità e professionalità alla propria piattaforma: la sicurezza e la velocità per gli scambi che avvengono nella rete BitCoin.
Fino ad oggi, la popolarità dei BitCoin è stata legata principalmente a due fattori: il prezzo e l’utilizzo. Stette per un po’ su tutti i giornali quando il prezzo di un singolo BitCoin superò i mille dollari nel novembre 2013 e, ci fu una fortissima speculazione per il successivo crollo di oltre il 75% dello scorso anno. Attualmente il valore continua ad essere abbastanza volatile, ma ad un prezzo più contenuto. Infine, si sono scritti numerosi libri su come il traffico illegale attraverso i mercati operanti nel deep web (come l’ormai defunto Silk Road), sia stato reso possibile attraverso le transazioni in criptovaluta.

martedì 5 maggio 2015

Leaking Las Vegas: Forced Rationing Looms As Lake Mead Faces Federal "Water Emergency"


Submitted by Wolf Richter via WolfStreet.com,
Leak Mead – on your left, when you drive from Las Vegas across the Hoover Dam – is the largest reservoir in the country when at capacity. It’s fed by the Colorado River which provides water for agriculture, industry, and 40 million people in Nevada, Arizona, California, and Mexico, including Los Angeles, San Diego, Phoenix, and Las Vegas. Now after 15 years of drought, the “lake” – a mud puddle surrounded by a huge chalky bathtub ring – is threatening to run dry.
It’s considered “operationally full” when the water level is at 1,229 feet elevation above sea level. On May 2, the water level was down to 1,078.9 feet above sea level, the lowest since it was being filled in May 1937. It’s down 15 feet from the same day a year ago. Over the last 36 months, the water level has dropped 44.8 feet. It’s down 150 feet from capacity.

If the water level is below 1,075 feet elevation – 4 feet below today’s level – by January 1, 2016, it will trigger a federal water emergency. And water rationing. Las Vegas Review Journal reported that forecasters expect the level to drop to 1073 feet by June, before Lake Powell would begin to release more water. Assuming “average or better snow accumulations in the mountains that feed the Colorado River – something that’s happened only three times in the past 15 years,” the water level on January 1 is expected to be barely above the federal shortage level.
Even with these somewhat rosy assumptions of “average or better than average snow accumulations,” the water level would begin set new lows next April. But if the next winter is anything like the last few, all bets are off.

Pat Mulroy on Lake Mead, Water Scarcity, and Climate Change

sabato 2 maggio 2015

Tesla Test Drive: Model P85D, Autopilot, Zero to 60

Goldman and IDG Put $50 Million to Work in a Bitcoin Company

Goldman Sachs is becoming the first major bank to make a significant investment in a Bitcoin-focused company, giving a vote of confidence to the embattled virtual currency.
The Wall Street bank announced late Wednesday that it had struck a partnership with a major Chinese investment firm, IDG Capital Partners, to lead a $50 million investment into Circle Internet Financial, a start-up that aims to use the technology underlying Bitcoin to improve consumer payments.
 Since first grabbing widespread attention in 2013, Bitcoin has been dented by criminal activity tied to the virtual currency and by flurries of speculative buying and selling. The price of one Bitcoin on Wednesdayhovered around $225, far below the high above $1,200 that it hit in late 2013.