Translate

giovedì 31 maggio 2012

Boato nei cieli della Sardegna, panico tra la popolazione!



NUORO – Un “boato” improvviso e scatta subito la paura. Paura del terremoto anche se dove il boato c’è stato, a Siniscola, in Sardegna, terremoto non era e non può essere. Le carte sismiche parlano chiaro: se c’è una zona d’Italia che dal rischio terremoto è immune, infatti, quella è la Sardegna.
Terra immune dal terremoto ma non, evidentemente, dalla psicosi. Gli abitanti si Siniscola e dei centri vicini della provincia di Nuoro, sulla costa est dell’isola sono sicuri che sisma è stato. La scossa sarebbe stata avvertita intorno alle 20.30, ma non è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Ingv. Lo riferisco il quotidiano L’Unione Sarda L’unica scossa registrata dai sismografi è quella delle 20,28 a Modena, un terremoto di magnitudo 3,9. Insomma la terra non ha tremato secondo i rilievi sismografici, ma per i cittadini di Siniscola il forte boato sentito era di sicuro un terremoto. La vicenda potrebbe sembrare un caso di psicosi da terremoto e assume i contorni di un giallo nella città sprofondata nel panico,che ha preso d’assalto il centralino dei Vigili del Fuoco.

martedì 29 maggio 2012

Rossi Says E-Cat COP Fixed at 6


Andrea Rossi has been consistent in saying that his E-Cat systems have a Coefficient of Performance (COP) of 6 — meaning that the total energy output of an E-Cat is six times the amount of energy input. Many of us have wondered whether this number is based upon Rossi’s current design, and if it can be improved upon in the future. A question about this was raised on Rossi’s Journal of Nuclear Physics Blog:
Q: Have you found some very fundamental physical reasons to this limitation (which you will publish some day) or is this just because of the current engineering choices ?
A: Very good question. We have found physical reasons to this limitation, and we are going to publish this fact along with the theory.
When I interviewed Rossi recently I asked about the COP issue and received a similar response, and it seems like the COP of six is necessary for safety and stability. Rossi said, “we have from some part some clown that says I made a COP of 20 a COP of 50 and this is just clownery that we never see anything working really at that level because it is simply impossible . . . The reality is that work safely we can get a COP of six, and this is quite an achievement . . . we have very stable situation when we work with a COP of six, and this is why we stay on that range.”

29 MAGGIO TERREMOTO VENETO - EPICENTRO



lunedì 28 maggio 2012

Successo dell’OPEN DAY KiteGen


By eugenio saraceno, 2012/05/17
A grande richiesta pubblichiamo una sintesi multimediale dell’open day KiteGen del 13/05/12. La partecipazione e la curiosità dei numerosi intervenuti è stata premiata con una demo di volo particolarmente ben riuscita, tanto che abbiamo deciso di pubblicarne le fasi più salienti in un video
L’importanza dell’open day risiede appunto nella possibilità di mostrare dal vivo gli avanzamenti dello stato dell’arte che, in questa fase di test dedicato al volo ed alle performance delle vele, si risolve anche in spettacolari dimostrazioni di come il braccio robotico del kitegen, ormai completo perchè dotato della sua mano unitamente alle migliorie apportate alle vele, riesca a far decollare e volare in modo semiautomatico il kite.
Nella demo mostrata  la maggior parte dei movimenti che si vedono fare alla macchina (stem + compasso) erano completamente automatici, (per chi ha nozioni di controlli automatici erano retroazionati, dai sensori presenti nel braccio, nel compasso e nella struttura). Ciò che era manuale, e che altrimenti non poteva essere senza l’elettronica a bordo ala, temporaneamente indisponibile,  era il controllo dei tamburi e di conseguenza delle funi e della vela. La vela è infatti dotata in particolare dei sensori che misurano la posizione e la velocità della stessa e la trasmettono all’elaboratore che, ponendole a confronto con una traiettoria obbiettivo, aziona le funi secondo una funzione che può essere proporzionale e/o derivativa e/o integrale allo scopo di correggere gli errori rilevati rispetto alla traiettoria stessa. Al successivo passo di elaborazione, la nuova misura inviata dai sensori, su cui avranno influito le azioni meccaniche attuate dalle funi al precedente passo, viene analizzata e produce una nuova correzione fino al convergere a zero dell’errore. Si tratta in genere di cicli elaborativi dell’ordine dei millisecondi. Questo è in termini estremamente semplificati il concetto di retroazione o feedback alla base di ogni tecnologia di  automazione e robotica.
C’è ancora del lavoro da fare per rendere completamente automatico il volo, che richiede ancora alcune attività manuali, a cui i nostri ospiti hanno assistito, ma l’ottimo lavoro fatto sul software di gestione del decollo dai nostri progettisti Paolo Marchetti e Angelo Conte ci consente di essere confidenti sul buon esito a breve del pacchetto “decollo automatico”.
Intuirete che il prossimo passo sarà aumentare la potenza estratta dal vento aumentando le performance del kite.
L’open day è stato anche dedicato a presentare l’attività di SOTER s.r.l., realtà esclusivammente dedicata al supporto del progetto KiteGen. Presso la sede di Sequoia Automation a Chieri, Riccardo Renna ha illustrato ai presenti, le attività di SOTER riscuotendo notevole interesse.
Nella foto il nutrito gruppo di ospiti del primo Open Day KiteGen realizzato con la collaborazione di SOTER

sabato 26 maggio 2012

La bici illegale

L’azienda statunitense Specialized ha costruito la bici elettrica più veloce del mondo: si chiama Turbo e raggiunge i 45 chilometri orari. È talmente veloce che negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in altri paesi europei non è legale.
“Worlds fastest’ electric bike unveiled”, Toronto Standard


Filieracorta e Arci Modena a sostegno dell’azienda Casumaro colpita dal sisma del 20 maggio – Informazioni su come contribuire


Le email ricevute sono oltre 9000 e le telefonate ormai non si contano. Il 24 maggio siamo stati a visitare il caseificio sociale "La Cappelletta" di San Possidonio dove erano stivate le 30.000 forme di parmigiano reggiano a stagionare e abbiamo visto tanta gente a lavoro per recuperare il formaggio, refrigerarlo, tagliarlo e metterlo sottovuoto. Le forze non stanno al passo con le numerosissime richieste. Per questo vi chiediamo di rallentare gli ordini e di spedirci le ordinazioni a partire dal 7 giugno, non c'è molta fretta. Confermiamo che le forme da 27 mesi sono ancora irraggiungibili.
Sul sito del Consorzio del Parmigiano Reggiano gli aggiornamenti su tutti i caseifici.
L'azienda Casumaro ci dice che non è più in grado di rispondere al cellulare o alle mail. Quindi vi preghiamo di contattare il Caseificio Sociale La Cappelletta0535 39084
Ecco alcune informazioni logistiche per poter organizzare al meglio il sostegno.
Innanzitutto, l’azienda ci ha fatto sapere che la distribuzione può avvenire entro 20-30 giorni senza che il formaggio abbia dei problemi, quindi non c’è fretta e possiamo organizzarci al meglio. La scadenza del 24 maggio circolata in alcune mail, pertanto, non è corretta.
I prodotti che possono essere prenotati sono i seguenti:
- 14 mesi  € 11,5 al kg in pezzi da 500gr. o 1kg sottovuoto;
- 27 mesi € 13,00 al kg in pezzi da 500gr. o 1kg sottovuoto;
- crema spalmabile €11,00 al kg in confezioni da 250gr
L’azienda ci ha detto che al momento non riesce a raggiungere le forme da 27 mesi, quindi, stanno evadendo prima gli ordini relativi ai 14 mesi. Per le consegne dei 27 mesi si dovrà aspettare, vi daremo comunicazione non appena possibile.
RICHIESTE
Le richieste di prenotazione possono essere fatte in due modi:
-          inviando una mail a  filieracorta@arci.it
per le richieste di singole persone o famiglie da giovedì 7 giugno 2012;
-          contattando direttamente l’azienda biologica Casumaro il cui personale si trova ora al Caseificio Sociale La Cappelletta a San Possidonio per le richieste di gruppi di persone provenienti da aziende, enti o associazioni ai seguenti recapiti:
Caseificio Sociale La Cappelletta - San Possidonio
Tel./Fax 0535 39084
Non rispondono più a mail e al cellulare perchè non riescono a gestire le informazioni
RITIRO
Chi ha prenotato il 23 maggio 2012 riceverà una risposta con l’eventuale conferma del ritiro che avverrà il 29 maggio dalle 12 alle 18 nella sede di Arci Modena in via IV Novembre 40/L.
Chi prenoterà dal 7 giugno 2012 riceverà una risposta con l’eventuale conferma del ritiro che avverrà nei martedì successivi dal 12 giugno in poi.
Al momento del ritiro sarà consegnato uno scontrino emesso direttamente dall’azienda. Filieracorta si fa carico soltanto dell’organizzazione logistica per dare un sostegno reale.
Chi contatterà direttamente l’azienda prenderà accordi per il ritiro in sede o altro tipo di consegna.

giovedì 24 maggio 2012

Incidenti nucleari, i rischi maggiori li corre l'Europa occidentale

Pubblicato: 23 mag 2012 da AlterEco

 

Incidenti nucleari della gravità di Černobyl e Fukushima possono occorrere ogni 10-20 anni in Europa occidentale dove la densità dei reattori è molto elevata. A dirlo è un recente rapporto del Max Planck Institute for Chemistry di Magonza, pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics. In tutto il mondo è proprio l’Europa occidentale la più esposta al rischio di contaminazione radioattiva su larga scala causata da gravi incidenti ai reattori nucleari.
Gli scienziati hanno calcolato la probabilità di incidenti sulla base delle ore di funzionamento di tutti i reattori nucleari civili e dei meltdown verificatisi. In base al numero attuale di reattori gli incidenti sono circa 200 volte più probabili di quanto stimato in passato.
Un’eventualità simile causerebbe la contaminazione da cesio-137 in un’area di oltre mille chilometri dal reattore, interessando qualcosa come 28 milioni di persone. Nei Paesi dell’Asia meridionale, a causa dell’alta densità demografica, questa cifra sale a 34 milioni di persone, mentre negli Stati Uniti orientali ed in Asia orientale un incidente nucleare grave interesserebbe da 14 a 21 milioni di persone.
Sulla base delle loro scoperte, i ricercatori chiedono un’analisi approfondita ed una rivalutazione dei rischi connessi alle centrali nucleari. Ricordiamo che oggi nel mondo ci sono 440 reattori nucleari in funzione ed altri 60 sono in costruzione.
Via | Max-Planck-Gesellschaft
Foto | Courtesy of Daniel Kunkel, MPI for Chemistry

Massive Attack - I Against I


Terremoto in EMILIA. Possiamo aiutare comprando il formaggio !



A causa del sisma, il magazzino di stagionatura ha subito gravi danni come potete vedere dalle foto che vi allego. Per poter ripristinare il magazzino è necessario vendere il parmigiano. Con questa e-mail chiediamo la vostra comprensione, solidarietà ma soprattutto un aiuto. Io inizio la raccolta di tutti gli ordini di chi volesse acquistare il nostro parmigiano:

14 mesi € 11,5 al kg in pezzi da 500gr. o 1kg sottovuoto;
27 mesi € 13,00 al kg in pezzi da 500gr. o 1kg sottovuoto;
crema spalmabile €11,00 al kg in confezioni da 250gr

L’azienda ci ha detto che al momento non riesce a raggiungere le forme da 27 mesi, quindi, stanno evadendo prima gli ordini relativi ai 14 mesi. Per le consegne dei 27 mesi si dovrà aspettare, vi daremo comunicazione non appena possibile. Le richieste di prenotazione possono essere fatte in due modi:

inviando una mail a filieracorta@arci.it per le richieste di singole persone o famiglie da lunedì 28 maggio 2012;

contattando direttamente l’azienda per le richieste di gruppi di persone provenienti da aziende, enti o associazioni ai seguenti recapitiAzienda Agricola Biologica Casumaro Maurizio Via per Cavezzo-Camposanto, 19 Loc. Solara - Bomporto (MO) Fax 0535 39084, Cellulare: 346 1779737 / 3409016093 E-mail: elisa.casumaro@yahoo.it


CASEIFICIO SANT’ANGELO S.N.C. DI CARETTI DANTE E C.
Indirizzo VIA IMBIANI, 7
Comune San Giovanni in Persiceto - 40017 (BO)
Telefono 051/824811
Il caseificio ha avuto danni (23.000 forme danneggiate) e provvederà a fare una vendita promozionale.

CASEIFICIO SOCIALE LA CAPPELLETTA DI SAN POSSIDONIO SOC. COOP. AGR.
Indirizzo VIA MATTEOTTI, 80
Comune San Possidonio - 41039 (MO)
Telefono 0535/39084
Come potete vedere dalla foto il magazzino stagionatura è stato gravemente danneggiato dal terremoto.
Grazie a Altarosa per la segnalazione.

Grazia

La casta: invece di tagliare i loro contributi di un miliardo di euro, li tagliano al M5S che non li vuole. Geniale!


Il QI di Casini

idea-diversa.jpg
La febbre terzana che ha colpito Bersani che sproloquia di "non vittoria" ha colpito anche Azzuro Caltagirone, in arte Casini. Premessa: il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato in passato il rimborso elettorale di un milione e settecentomila euro per le regionali e rinuncerà ai rimborsi per le prossime politiche, che potrebbero superare i 100 milioni di euro e più con le attuali previsioni di voto. Quindi i soldi il M5S non li vuole. Difficile da capire per i partiti che sui soldi ci campano, ma è "Tutto Vero", come titolò la Gazzetta dello Sport dopo la vittoria della nazionale in Germania che poi andò a Berlino. La mossa piercasinanda (copyright Travaglio) è da vero politico consumato. Riflettete: se il M5S non vuole i soldi è allora necessaria una legge ad hoc per impedirgli di prenderli! L'UDC ha presentato un emendamento che condiziona l'erogazione dei contributi all'esistenza di uno Statuto, che tutti i partiti hanno, come è ovvio e quindi è ad hoc per il M5S. La Camera ha approvato entusiasta con 342 si, 104 astenuti e 54 no. Il MoVimento 5 Stelle ha uno Statuto di soli 7 punti che non prevede neppure l'esistenza di un tesoriere, né tanto meno di finanziamenti elettorali. Si chiama "Non Statuto", ma è uno Statuto a tutti gli effetti. Lo propongo come modello ai partiti, non invocherò il copyright. Invece di tagliare i loro contributi di un miliardo di euro, li tagliano al M5S che non li vuole. Geniale!
L'emendamento udiccino conteneva anche un appello alla democrazia, lo Statuto (quello che consente di prendere i soldi) deve essere "conformato a principi democratici nella vita interna con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti". Ma questo è un autogol, una mossa degna di Tafazzi, del QI di Casini. I candidati nei partiti sono infatti "nominati" dai segretari di partito grazie alla legge elettorale "Porcellum", alla faccia della democrazia interna, quindi non potranno più percepire rimborsi. Giusto? Giusto! A proposito, qualcuno mi presta i soldi per la colazione?

La settimana che ha cambiato Parma (e forse l'Italia)

martedì 22 maggio 2012

A Parma il M5S valuta una moneta complementare all'euro



C'è chi teme che le banche, si fidino poco dei grillini e che chiudano i rubinetti del credito ad un Comune con debito mostruoso di 600 milioni di euro circa. Se la stretta creditizia dovesse arrivare, si è ipotizzato che il nuovo Sindaco Pizzarotti potesse chiedere aiuto a due bocconiani definiti eretici per le loro idee innovative in economia. Si tratta , in sostanza, non di escludere all'euro dall'economia, sarebbe una follia, ma di attivare una sorta di credito cooperativistico, utilizzato come una sorta di baratto. Dei due studiosi si era già occupata la Repubblica, di cui presentiamo un estratto dell'articolo: "Il progetto nasce dagli studi di Massimo Amato, 48 anni, filosofo e professore di storia delle crisi finanziarie, e Luca Fantacci, 40, che insegna storia e scenari economici internazionali, due eretici della Bocconi, già autori, nel 2009, di un libro tradotto in molte lingue e ignorato in via Sarfatti, “Fine della finanza, da dove viene la crisi e come si può pensare di uscirne”. Solo in Francia, dove Amato ha trascorso due anni come assistant professor all’Institut d’Etudes Avancéès di Nantes, è stato possibile passare dalla teoria alla pratica e avviare il processo che, nel giro di un anno, dopo che già la Banca di Francia ha approvato il progetto, dovrebbe portare alla realizzazione del nuovo sistema monetario. Ciuffo alla Sgarbi, francese perfetto, Amato spiega il nuovo sistema su TEDx 1, citando Aristotele e Keynes. Perché questa idea si ispira esattamente alle teorie dell’economista britannico proposte a Bretton Woods nel ‘44. «E oggi - dice Amato - siamo in un momento di crisi ancora più pesante di quanto fosse in quel dopoguerra ed è indispensabile trovare un equilibrio diverso. Bisogna cancellare la finanza e tornare a un sistema che si basi sull’economia reale, sulla produzione e sullo scambio di beni effettivi». A Nantes è stata individuato l’istituto (il Credit Municipal, di proprietà del Comune) che sarà il modello di questa nuova banca che farà solo servizio pubblico e non avrà interessi privati. Sarà il Credit a tenere i conti degli scambi fra le imprese e fra queste e i privati (i quali, nell’idea di Amato e Fantacci, avranno lo stipendio diviso tra euro e «bonùs»). Mentre oggi è difficile avere credito, con il «bonùs», paradossalmente, non servirà denaro per avere credito perché il circuito creditizio sarà concepito come una camera di compensazione all’interno della quale ognuno dispone di un conto corrente e muove i propri scambi, anche dando servizi in cambio di prodotti. La nascita della nuova moneta sarà anche l’inizio della fine delle banche? Se si guarda all’esempio di Basilea, in Svizzera, la risposta è no. Però, conclude Amato, servirà a togliere alle banche il monopolio di qualcosa che non è loro, il denaro".
http://vivereleidee.blogspot.it/2012/05/parma-i-grillini-valutano-una-moneta.html

Le 10 regole per il controllo sociale (Noam Chomsky)




L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.

1 – La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 – La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…

7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9 – Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

sandro pertini

lunedì 21 maggio 2012

Errata Corrige post "Succede in Norvegia, dal 2015 stop alle auto a benzina"




Purtroppo, la notizia, ripresa dai blog (anche il nostro) e  siti importanti, in merito lo  "stop" della vendita di auto a benzina  nel Regno norvegese a partire dal 2015 , non risulta veritiera.
Dopo segnalazioni e nostri approfondimenti in lingua inglese nei motori di ricerca,  non abbiamo ritrovato riscontro del fatto. Rettifichiamo, per tanto, con codesto post quello del 15 maggio 2012"Succede in Norvegia, dal 2015 stop alle auto a benzina."

domenica 20 maggio 2012

Treni, Arenaways torna a viaggiare sui binari: riassunti gli ex lavoratori


Un anno fa la società di Giuseppe Arena era fallita. Poi, grazie a una cordata di imprenditori, è tornata operativa. Richiamati i 48 dipendenti che erano in cassa integrazione e saranno assorbiti anche 26 lavoratori dell'ex Wagon Lits


A meno di un anno di distanza dal fallimento dichiarato, Arenaways, la società che per prima ha osato sfidare il monopolio di Trenitalia, torna a correre sui binari italiani. E a bordo ci sono tutti i lavoratori che, con la chiusura, erano stati messi in cassa integrazione. Il nuovo veicolo societario che ha rimesso in movimento i treni di Giuseppe Arena – il fondatore del primo operatore ferroviario privato italiano – si chiama Go Concept: una cordata di imprenditori di recente costituzione, formata dallo stesso Arena, dalla società austriaca Railway B.W., dall’impresa operante nella logistica e nei trasporti Ambrogio Trasporti, e con a capo Enrico Del Gatto, un marchigiano proprietario di un calzaturificio. 
La Go Concept ha messo sul tavolo 5 milioni di euro per riacquistare la Arenaways, che lo scorso agosto era stata affidata dal Tribunale di Torino ad un curatore fallimentare. Un momento drammatico quello per il patron Giuseppe Arena: con la paura di combattere contro nemici molto “più grandi” di loro, Trenitalia in primis, i tre soci di maggiore peso che finanziavano la società ferroviaria avevano improvvisamente mollato tutto, mandando all’aria l’ambizioso progetto dell’imprenditore siciliano. Dopo lo stop alla tratta interregionale Torino-Milano anche i “i treni del mare” infatti rischiavano di essere fermati. Una decisione imposta alla vigilia della corsa di inaugurazione dall’Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari  il 9 novembre 2010, su segnalazione di Trenitalia e Regione Piemonte, per cui il mese successivo l’Antitrust aprirà un’istruttoria per abuso della posizione dominante da parte di Fs e Rfi nel mercato.
E così Claudio SguazziniPier Vincenzo Pellegrino e Andrea Francone hanno preferito scendere da quei treni che iniziavano a dar fastidio a Trenitalia, e costretto Arena a portare la sua “creatura” al capolinea. Allora il destino della piccola azienda ferroviaria nata nel 2006 sembrava già scritto, anche se il suo fondatore non accennava ad arrendersi. Il tempo gli darà ragione. Con la promessa di trovare altri imprenditori per costruire la nuova impresa, Arena chiede ed ottiene dal Tribunale di Torino l’esercizio provvisorio. I primi interessamenti iniziano ad arrivare: tra novembre e dicembre 2011 viene trovato l’accordo con alcune società tra cui la valdostana Cape srl. Sarà quest’ultima l’azionista di maggioranza della nuova squadra di imprenditori che avrebbe incluso anche il fondatore di Arenaways.
Viene formulata alla curatela fallimentare un’offerta di 4,5 milioni di euro. E’ l’unica offerta, sembra fatta. Ma a marzo, Arena incassa un’altra batosta: Ezio Colliard (il titolare della Cape srl), inspiegabilmente, decide di chiamarsi fuori e cede le sue quote (il 67%) alla finanziaria torinese Ifi Group. Non volendo avere come socio, per di più di maggioranza, una finanziaria che potrebbe un domani ricattarlo, Arena inizia nuovamente a ricercare nuovi soci. E ad Aprile, arriva Del Gatto. Con l’imprenditore marchigiano si può formare la newco, in grado di fare un rilancio sulla precedente offerta: Go Concept. Arenaways finalmente può rinascere. “Grazie alla passione e all’impegno di tutte le persone che hanno fatto l’impossibile per salvarla, possiamo finalmente dire che è giunta l’ora di ripartire”, ha dichiarato Giuseppe Arena, amministratore delegato operativo di Go Concept. 
Per lanciare il nuovo corso di Arenaways, Go concept ha pensato ad un servizio innovativo: dei treni notte ad altissima qualità (treni-hotel con cabine fornite di letto, tv e doccia) che consentiranno anche il trasporto di auto al seguito. Inizialmente i treni in partenza da Torino avranno due destinazioni: Reggio Calabria, percorrendo dunque la dorsale tirrenica, e Bari (la dorsale adriatica). A metà giugno le prime corse. Novità significativa (“che ci fa ben sperare per il futuro”, dicono dalla Go Concept) è l’accordo di partnership siglato con chi, inizialmente aveva messo i bastoni tra le rotaie. I viaggiatori potranno infatti acquistare i biglietti, attraverso i principali canali di vendita di Trenitalia: biglietterie delle stazioni, sito internet e agenzie di viaggio convenzionate. Ma la soddisfazione più grande di Arena è quella di aver riassunto tutti i 48 dipendenti, lasciati a casa dopo il fallimento. E oltre al personale della vecchia società saranno assorbiti anche 26 lavoratori dell’ex Wagon Lits.

venerdì 18 maggio 2012

Terreni inquinati? C'è la bonifica bio


STORIE DI SUCCESSO/26. Sono veronesi i vincitori del concorso nazionale Agristartup, che punta sui settori agroindustriale e agroenergetico Finanziata con 30mila euro l'idea d'impresa lanciata da tre giovani neo laureati di Sant'Anna d'Alfaedo, San Bonifacio e MozzecaneA

Zoom Foto
Da sinistra i neo dottori Andrea Zerminiani, Paolo Campostrini e Alberto Ferrarese FOTO AMATO
Al recente convegno della Consulta del lavoro è stato consegnato un riconoscimento speciale del Comune di San Bonifacio a tre giovani veronesi neolaureati, tre «cervelli» che, anziché andare all'estero, hanno subito messo a frutto in patria i risultati delle loro ricerche. Si tratta di Paolo Campostrini di Sant'Anna d' Alfaedo, Alberto Ferrarese di San Bonifacio e Andrea Zerminiani di Mozzecane. La motivazione del riconoscimento è che si sono contraddistinti con la loro «idea di impresa» anche in due concorsi a livello nazionale. Dopo aver vinto, nel maggio 2011, il 1° premio del concorso «D2T Start Cup», ideato da Trentino Sviluppo per sostenere l'imprenditoria giovanile, l'equipe composta dai tre giovani veronesi, laureati in biotecnologie agroindustriali all'Università di Verona, ha conseguito anche il 1° premio Agristartup, lanciato da Agriventure, società del gruppo Intesa San Paolo dedicata al settore agroalimentare, agroindustriale e agroenergetico. L'ambìto riconoscimento è stato attribuito in occasione del convegno tenutosi a Firenze nel marzo scorso, nella sede di Intesa San Paolo, sul tema «L'agribusiness per il rilancio economico del paese», che ha avuto fra i relatori il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Mario Catania, il presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, il presidente di Ismea Arturo Semerari, il coordinatore della commissione Politiche agricole della Conferenza Stato-Regioni. Per partecipare al concorso Agristartup i giovani, con età compresa tra i 18 e i 28 anni, dovevano presentare un'idea imprenditoriale innovativa nel settore agricolo e agroindustriale. Tra le 100 proposte imprenditoriali pervenute, un comitato ha selezionato le 20 migliori idee, sulla base dell'innovazione e dell'applicazione di soluzioni organizzative originali. Successivamente i giovani, selezionati per aver presentato i venti progetti più validi, hanno partecipato a un corso di formazione sulla gestione d'impresa, finalizzato alla predisposizione del business plan della propria idea imprenditoriale. Alla fine sono stati premiati i primi tre migliori progetti. Il primo progetto premiato è stato appunto «Fitobiorimedio», presentato dai tre giovani veronesi, che già avevano ottenuto un riconoscimento nel concorso della Provincia di Trento. Il progetto iniziale, rivolto prioritariamente alla bonifica biologica dei terreni contaminati e al consolidamento del suolo nelle situazioni di dissesto idrogeologico, con una tecnologia di nuova concezione che sfrutta la sinergia tra piante appositamente coltivate e microrganismi del suolo, è stato implementato con la previsione delle fasce tampone in agricoltura, quali sistemi di filtraggio «radicali» a salvaguardia dei corsi d'acqua. Il premio, del valore di 30mila euro, potrà essere utilizzato per realizzare il progetto.
Gianni Bertagnin

ECOMAFIA DEL VATICANO: “FALDA INQUINATA DAI RIFIUTI DELL’OSPEDALE SAN PIO”



Casa Sollievo della Sofferenza.

di Gianni Lannes 

Scorie radioattive e rifiuti pericolosi, un micidiale miscuglio proveniente dall’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” finanziato dalla Regione Puglia di Nichi Vendola - fondato da Padre Pio, santificato in tempi recenti da Papa Wojtyla - scaricati nottetempo in una voragine carsica del Gargano (area “protetta” e parco nazionale dal 1991). E’ accaduto per anni nell’agro di San Giovanni Rotondo. Lontano da occhi indiscreti: il sistema più facile per sbarazzarsi di spazzatura speciale. C’era solo l’imbarazzo della scelta, per via delle 500 cavità naturali note, ma poco esplorate nella “montagna del sole”. Risultato? Falde acquifere gravemente inquinate e denunce frettolosamente archiviate dalla Procura della Repubblica di Foggia.

Itinerario - Alla grava San Leonardo, in località “Donna Stella” si arriva percorrendo la strada statale 89 (Foggia-Manfredonia). Al bivio er San Giovanni Rotondo si prende a destra la nazionale 273 per dodici chilometri. Superato un chiosco s’imbocca sulla destra una mulattiera asfaltata. Dopo quattro chilometri, a sinistra una carrareccia conduce alla bocca (diametro 23 metri) della grande grotta carsica.  

Gargano.


Discarica sotterranea - Là sotto si trova di tutto – hanno rivelato gli speleologi Carlo Fusilli e Paolo Giuliani – da molti anni giacciono tonnellate di medicinali avariati ed altro materiale sanitario infetto, scaricati da un famoso ospedale che qui ha trovato un comodo quanto economico sistema per disfarsi dei propri rifiuti. L’enorme massa inquinante oltre ad aver ridotto la cavità ad una vera e propria discarica, costituisce una costante minaccia per l’integrità delle acqua di falda».

Denuncia insabbiata - Nel 1977 i primi speleonauti si calano a 76 metri di profondità. Così tra stalattiti e stalagmiti si imbattono in cumuli di rifiuti e cascami radioattivi di origine sanitaria. Scatoloni, sacchi e contenitori di varia foggia e dimensione portano la dicitura inequivocabile “Casa Sollievo della Sofferenza”, oppure“Croce Rossa Italiana”, “Hoechst Italia Spa”, perfino “Per Padre Pio” e altro ancora. Nel 1982 lo speleologo Giuliani ed il geologo Carlo Lancianese (scomparso in tragiche circostanze) si rivolgono alle autorità competenti. «L’esposto partì corredato di foto e dettagliata relazione - rivela la speleologa Anna Di Donato - ma il tempo, la burocrazia hanno fatto in modo che la denuncia percorresse un viaggio lungo e tortuoso di andata e ritorno per poi definitivamente perdersi nei meandri della Procura di Foggia. Siamo andati anche alla Prefettura ma non c’era più niente». All’epoca il dottor Pasquale Sanpaolo, responsabile dell’Ufficio Igiene e Sanità Pubblica scrive al sindaco: «Data la gravità di quanto in esso contenuto comprovata anche dalle immagini fotografiche fornite e ritenuto indispensabile rimuovere al più presto tutto il materiale indiscriminatamente scaricato e attualmente presente nella grava di San Leonardo». Il medico invita senza successo il primo cittadino a «voler disporre in maniera urgente gli accertamenti e la rimozione dei rifiuti presenti, nonché ad adottare opportuni provvedimenti atti a prevenire tali abusi». Parole determinate, ma dissolte nel vento e seppellite dall’oblio. Incredibilmente, nonostante le prove schiaccianti, nel ’95 il sostituto procuratore Francesco Federici della Pretura Circondariale di Foggia chiede al giudice per l e indagini preliminari «l’archiviazione del procedimento penale numero 14773/94». E il gip Salvatore Russetti, senza pensarci sopra poi tanto, in un baleno accoglie l’immotivata richiesta. Allora, il direttore sanitario rispondeva al nome di Orazio Pennelli, un nipote di padre Pio, che interpellato se la cavò con un “no comment. «Ormai i colpevoli protetti da curie e dalla prescrizione dei reati, possono dormire sonni tranquilli» accusano i rari ecologisti locali. Mentre i rigagnoli avvelenati scorrono nel torrente ipogeico dal quale attingono acqua attraverso i pozzi, ignare popolazioni. In seguito il il Gruppo Speleologico Dauno e la Lipu ci riprovano. «Alla data odierna malgrado le scriventi associazioni abbiano già richiesto in sede di denuncia di conoscere lo sviluppo delle azioni tese al recupero del sito, non è prevenuta alcuna comunicazione circa l’esito delle analisi, ovvero le azioni programmate per la bonifica, scrivono Vincenzo Cripezzi e Alessandro Paolucci. Così la Federazione Speleologica Pugliese ha presentato un altro esposto ma senza esito alcuno. Eppure, la magistratura indagando potrebbe approfondire circostanze davvero singolari. E scoprire altri siti di sepoltura di scorie e lupare bianche.  

Rifiuti Gargano.

Rifiuti Gargano.

Gargano, indicazioni stardali.