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giovedì 23 giugno 2011

PESCANTINA: LA GIUNTA REGGIANI PROMETTE ( NEL 2009 ) IL PARCO ALL' EX DANESE


METHOD AND APPARATUS FOR CARRYING OUT NICKEL AND HYDROGEN EXOTHERMAL REACTIONS BACKGROUND OF THE INVENTION

The present invention relates to a method and apparatus for carrying out nickel and hydrogen exothermal reactions, and has been stimulated by the well known requirement of finding energy sources alternative to fossil sources, to prevent atmospheric carbon dioxi.de contents from being unnecessarily increased.
For meeting the above need non polluting energy sources should be found which do not involve health risks, are economically competitive with respect to oil sources susceptible to be easily discovered and exploited and naturally abundant.
Many of the above alternative energy sources have already been explored and operatively tested even on an industrial scale, and comprise biomasses, solar energy used both for heating and photovoltaic electric generation purposes, aeolian energy, fuel materials of vegetable or agricultural nature, geothermal and sea wave energy and so on. A possible alternative to natural oil, is the uranium-fission nuclear energy. However, yet unresolved problems affect nuclear energy such as great safety and waste material processing problems, since, as is well known, radioactive waste materials remain dangerously active for thousands or millions of years, with consequent great risks for persons living near radioactive waste disposal-off places.
To the above the fact should also be added that, at present, a, nuclear fusion based on a laser actuated inertial confining method does not allow to make efficient power systems. The above drawbacks are also true for deuterium- tritium fusion processes, as shown by the operating times estimated for the ITER project, which should within the year 2025 should allow to construct power systems according to the so-called DEMO project to make, within the year 2035, the first fusion power station.

mercoledì 22 giugno 2011

Christiania, gli hippy riscattano la città dell'utopia. Per 10 milioni

MILANO - Christiania è salva: si conclude la lunga battaglia legale durata quasi 40 anni tra il noto quartiere parzialmente autogovernato di Copenaghen, fondato nel 1971 da un gruppo di hippy, e le autorità danesi. La comunità alternativa più nota al mondo ha infatti accettato l’offerta di vendita dello Stato per l’area dove nasce la «repubblica libera». Il prezzo per il diritto di abitazione permanente: 10 milioni di euro.


Christiania, gli hippy riscattano (con 10 mln)la città dell'utopia
CITTÀ LIBERA - La storia della «Repubblica hippy» ha avuto inizio nel 1971 quando alcuni occupanti hanno dichiarato «Stato Libero», o città libera («Fristad»), la base navale dismessa alle porte della capitale danese e istituito delle leggi proprie. Per decenni il governi danesi che si sono susseguiti hanno alternato concessioni a tentativi giuridici e politici di rimuovere gli occupanti. Con scarso successo. Tuttavia, se a partire dal 1972 Christiania è stata tollerata come «esperimento sociale», con il tacito accordo delle autorità, per tutti questi anni gli abitanti hanno temuto di ritrovarsi un giorno senza più la loro «patria».
L’ACCORDO - Ora, a quarant’anni dalla fondazione, è stato raggiunto un accordo con i circa 700 abitanti. Il modello elaborato dal ministero della Difesa di Copenaghen prevede infatti il diritto di usufrutto del quartiere occupato e autogestito (circa 35 ettari), a condizione che gli abitanti acquistino attraverso un fondo l’intero complesso residenziale per 76,2 milioni di corone danesi, l’equivalente di circa 10,2 milioni di euro. Un prestito che i residenti avrebbero già in tasca. D’ora in poi l’enclave di hippy dovrà inoltre rispettare tutti i regolamenti edilizi vigenti. «Il futuro di Christiania è finalmente al sicuro», ha detto all’emittente “Dr” l'avvocato della «Repubblica Libera», Knud Foldschack. Che ha specificato: «L'accordo consentirà di trasformare un luogo anarchico e dalle idee stimolanti in una sperimentazione legale». Anche il ministro danese alle Finanze, Claus Hjort Frederiksen, si è detto soddisfatto della soluzione: «A Christiania abbiamo offerto condizioni ragionevoli ed equilibrate e ora si apre un'opportunità». Nella sua campagna elettorale con i liberali "Venstre", il politico aveva promesso di sgomberarla e raderla al suolo.
HIPPY - La comunità, secondo gli esperti un vero e proprio caposaldo della cultura alternativa, aveva fatto parlare di sè l’ultima volta nell’aprile scorso. Con un’azione di protesta aveva denunciato una pressione delle autorità per «normalizzare» Christiania. I negozi, le spiagge e i ristoranti della cittadella erano stati chiusi ai visitatori. Nel corso degli anni la città libera si è difatto trasformata in una località turistica come molte altre. Accanto alla Sirenetta e al parco dei divertimenti Tivoli è infatti la terza meta preferita. Ciò nonostante, il mito dell’autarchia è resistito. Qui si circola solo in bicicletta, non c‘è polizia e tutti conoscono tutti. Christiania ha una propria valuta e propri «costumi», leggi e regole. Uno dei difetti, storce il naso qualcuno, è che rappresenta la zona franca per il consumo e il commercio di droghe leggere. Soprattutto per questo motivo il governo danese ha dichiarato guerra a più riprese, con blitz della polizia nel quartiere e con l’abbattimento di alcuni degli edifici. Nella città libera la proprietà è collettiva. Le auto praticamente non circolano, così come la violenza, le armi e le droghe pesanti sono tenute fuori. Le decisioni politiche vengono prese in «sessioni plenarie» o «incontri di zona».

Defkalion Green Technologies - E-cat


Ad Atene esiste la piccola ditta "Defkalion Energy" o "Defkalion Green Technologies S.A."[55] (Rossi la chiama in modo diverso secondo il caso) posseduta da investitori sconosciuti non italiani. La ditta sembra essere stata creata solo per commercializzare l'E-cat di Rossi e Focardi; non si conoscono altre attività della ditta. Sulla sua pagina web viene indicato un indirizzo in Atene[56]
Gli investitori della Defkalion sono anonimi, secondo indicazioni della ditta sarebbero greci e della regione medio-orientale. Del gruppo dirigente si conosce un David C. Aurel (probabilmente presidente / CEO). Aurel è anche CEO della banca "Invest Bank Montenegro" di Podgorica. Il vicepresidente è Christos Stremmenos, professore emerito dell' universita di Bologna e ex-ambasciatore greco in Italia. Come incaricato per i contatti con la stampa viene indicato un certo Symeon Tsalikoglou. Il contato con nuovi investitori viene gestito da Alexandros Xanthoulis. Il responsabile del domain internet è un certo Andreas Meintanis a GR-19200  Elefsina.
Durante l'anno 2011 gli investitori sconosciuti della piccola Defkalion Green Technologies S.A. intendono offrire reattori E-cat per clienti industriali sotto la marca "Hyperion" (non da confondere con l'omonima ditta americana che prevede di vendere piccoli reattori a fissione). La Defkalion progetta inoltre di costruire entro ottobre 2011 una piccola centrale elettrica da un MW in Grecia. Tale futura centrale funzionerebbe sulla base di 300 E-cat collegati insieme (inizialmente avrebbero dovuto essere 100, poi 120 ). Rossi ha dichiarato che la Defkalion avrebbe il diritto di produrre i suoi reattori almeno per la Grecia e i paesi balcanici; forse per tutta l'Europa.
Secondo la "Investors World" greca, la Defkalion avrebbe già acquistato una vecchia fabbrica nella località Xanthi per costruirvi una centrale elettrica da un MW. Secondo la stessa fonte, il professore Christos Stremmenos, vecchio ambasciatore greco in buoni rapporti col governo greco, avrebbe provveduto a ridurre al minimo eventuali problemi amministrativi.
L'idea commerciale: la Defkalion prevede un noleggio/leasing di Ecat a clienti privati. Sarebbe previsto il noleggio di un Ecat con una potenza continua di 10 kW per 1300 euro all'anno, inclusi i costi per il "carburante".
http://www.esowatch.com/it/index.php?title=Catalizzatore_di_energia_secondo_Rossi_e_Focardi



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CHI HA RICHIESTO IL BREVETTO NR. 000138725 ?


Defkalion Green Technologies S.A. is a legal entity operating under Greek Law
with sole purpose to sell, license, and manufacture industrialized commercially
applicable products using the Andrea Rossi's patent protected*  Energy Catalyzer with global exclusivity
rights; except the America.

 (*Patent number 0001387256/ April 6th 2011 on the WIPO application number MI2008A 000629,
http://www.uibm.gov.it/uibm/dati/Avanzata.aspx?load=info_list_uno&id=1610895&table=Invention&#ancoraSearch )


Temporary Head Quarters
Mesogeion Avenue 2 - 4, Athens Tower, 18th Floor, GR-11527 Athens
Tel: +30 210 7770602, Fax: +30 210 7770608
Email: info@defkalion-energy.com


Data Deposito
09 aprile 2008
N. Brevetto
0001387256
Data Brevetto
06 aprile 2011
Stato Domanda
rilasciata
Anticipata accessibilità
no
Data di Pubblicazione
10 ottobre 2009
Titolo
processo ed apparecchiatura per ottenere reazioni esotermiche, in particolare da nickel ed idrogeno.
Titolare
PASCUCCI MADDALENA |ROMA |(RM) |
Inventori
ROSSI ANDREA 
Domicilio elettivo
STUDIO PROF. FRANCO CICOGNA
Indirizzo
VIA VISCONTI DI MODRONE 14/A - 20122 MILANO (MI)
Centro raccolta colture microrganismi

---
Numero Domanda
BO2010E000076
Data Deposito
22 luglio 2010
Stato Domanda
non assegnata
Tipo di atto
Altro
Tipo di trascrizione
licenza esclusiva
Atto
8556
Data Registrazione
01 ottobre 2010
Codice
-
Provincia
BO
 
 
Nome e indirizzo del Presentatore
EFA SRL | 
VIA MARSILI 4 | BOLOGNA | ( BO) |
Cedenti
PASCUCCI MADDALENA | VIA EZIO 24 | 00100 | ROMA | (RM) | 
Cesionario
EFA SRL | VIA MARSILI 4 | 40100 | BOLOGNA | (BO) | 
Note

Fusione fredda Focardi e Rossi: dopo l’estate la prima centrale nucleare FF della storia


Diversamente dalla fusione nucleare cosiddetta “calda”che consente la fusione di atomi ad elevatissime temperature e pressioni, sprigionando energia, la fusione fredda consente la stessa identica reazione nucleare, ma a temperatura e pressione ambientali. Il fisico Sergio Focardi dell’Università di Bologna e l’inventoreAndrea Rossi, a gennaio di quest’anno hanno annunciato alla comunità scientifica di aver realizzato la prima fusione fredda, riproducendo l’esperimento in un capannone, davanti agli occhi increduli e scettici di alcuni testimoni.
Il reattore per la fusione fredda denominato E-Cat, da un’alimentazione di circa 400-450 W/h, è in grado di generare un’energia pari a 12 KW/h circa 20 volte quella di funzionamento, il tutto a temperatura e pressione ambientali, e senza produzione di scorie radioattive e raggi gammaresidui tipici e caratterizzanti della fusione nucleare a caldo.
Tuttavia proprio l’assenza di tali elementi, induce uno scetticismo profondo nei colleghi dei due protagonisti Focardi e Rossi, in quanto non essendo in grado di spiegare il fenomeno, possono però riprodurlo in maniera empirica: la reazione che avviene all’interno dell’E-Cat, combina nichel ed idrogeno, per mezzo di un catalizzatore segreto, che ancora ad oggi non è stato reso noto per via di brevetti in corso di acquisizione.
Nel frattempo in Grecia la società Defkalion Green Technologies ha dato seguito all’invenzione di Andrea Rossi, e pertanto entro la fine dell’estate a ottobre/novembre, sarà completata la prima centrale a fusione fredda della storia, per la produzione di 1 MW: proprio domani 23 giugno 2011 è attesa una conferenza stampa sull’intero progetto.
In molti sul web si chiedono se sia nata una nuova fisica e l’E-Cat di Focardi e Rossi sia davvero l’invenzione del millennio, che salverà l’intera umanità: secondo Rossi, per produrre 1 KW/h di energia sarà sufficiente appena 1 centesimo di dollaro! Senza contare che le caratteristiche e le condizioni di lavoro dell’E-Cat, renderanno possibile una produzione in scala del reattore da 1 MW per usi domestici ed industriali privati.
In ogni caso l’attenzione del web sull’argomento è davvero alle stelle, ma i media tradizionali, non sembrano condividere ilcyber-ottimismo, glissando elegantemente l’argomento: complotto prudenza… a voi la risposta!
http://www.3sulblog.com/fusione-fredda-focardi-e-rossi-dopo-lestate-la-prima-centrale-a-fusione-fredda-della-storia-26952.html

martedì 21 giugno 2011

PESCANTINA VERSO IL RIFIUTO ZERO ? primo semplice passo !

Il primo passo riguarda tutti i servizi pubblici, locati presso il comune di Pescantina ( bar/ ristoranti / pizzeria / alberghi /b&b / etc ), per i quali vengono suggeriti, sia i criteri per l’adesione a “ rifiuto zero “ che incentivi fiscali da applicare, per il raggiungimento dell’ obbiettivo.

Operatività:

Ogni locale pubblico ( bar / ristorante / pizzeria ( asporto ) / b&b / alberghi ) presente nel territorio di Pescantina, che aderisce al “ rifiuto zero “ dovrà presentare una autocertificazione attraverso la quale si impegna a realizzare i seguenti passi:

1. Compostaggio in loco di rifiuto umido- da verificare attarverso contratto stipulato con azienda specializzate che raccoglie il compostato piu’ ricevuta di acquisto di "bidoni " per il compostaggio.
2. Uso di acqua/vino alla spina e in brocca
- da verificare attraverso ricevuta e verifica acquisto impianto di depurazione acqua e/o acquisto di vino sfuso ( presentazione ricevuta fiscale ).
3. Abolizione di stoviglie “usa e getta” ( solo piatti in ceramica o similare )
- verifica spot e diretta in loco da parte di incaricati comunali.
4. Uso di sapone e shampoo in dispenser
- verifica attraverso ricevute di acquisto prodotti sfusi
5. Cessione al Banco Alimentare e al Last Minute Market delle derrate in scadenza
- Verifica attraverso copia dell’accordo con le rispettive onlus che provvedono a ritirare gli alimenti e distribuirli agli enti di beneficenza.
Ogni esercizio pubblico che aderisce alla proposta “ Rifiuti zero “, applica all’ ’ingresso del locale una targhetta / placca, con scritto “ Io aderisco al Rifiuto zero “, dando idea all’avventore di essere un locale virtuoso, impegnato nel risparmio e nella salvaguardia dell’ambiente . 

VERIFICA E CONTROLLO SULTERRITORIO:
Attarverso operatori di pubblica sicurezza, come per esempio i carabinieri in pensione, particolarmente attivi sul nostro territorio, che avranno delega dal comune di verifica spot, senza preavviso e di rilascio di verbale scritto, se necessario.

FISCALITA’:
aderendo a tutti i punti si potrebbe immaginare ad uno sgravio fino al 100% (della quota variabile ) della tassa sui rifiuti. L’ esenzione della quota fissa ( il 40 % della tassa complessiva ), non sarebbe possibile, in quanto la legislazione vigente non lo permette.

VANTAGGI :
un sistema di “ rifiuto zero “ gioverebbe in egual misura sia all’esercente, che a fronte di un sacrificio iniziale ( start-up ), arriverebbe ad un significativo risparmio / esenzione sulla tassa rifiuti e al comune, che vedrebbe drasticamente ridotto i/il costi/o di gestione e annessi / connessi dal ritiro "porta a porta".



WWW.NOIPESCANTINA.IT

PETIZIONE MONDIALE PER FUKUSHIMA



Articolo 1: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 3: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Considerando la situazione attuale della centrale di Fukushima Daiichi nucleare, che pone la popolazione giapponese e il resto del mondo in pericolo,

E considerando l'incapacità dei TEPCO utilità e il governo giapponese a gestire la situazione,


Noi, i popoli della Terra, appello alle Nazioni Unite, l'OMS e tutte le organizzazioni internazionali e governi. Chiediamo:

1. La creazione di un'organizzazione internazionale, team interdisciplinare con l'autorità di assumere la direzione dello stabilimento di Fukushima Daiichi e le sue conseguenze, sotto mandato delle Nazioni Unite.

2. L'istituzione di una crisi all'interno del responsabile di attuare tutte misure necessarie per proteggere il popolo giapponese a tutti i costi qualsiasi delle Nazioni Unite.

Siamo esseri umani nascono liberi ed eguali. Di ragione e di coscienza, noi agiamo in uno spirito di fratellanza. Siamo preoccupati per la libertà della vita, e la sicurezza dei nostri fratelli giapponesi ei nostri figli.
Cliccare per firmare la petizione (in basso della pagina inglese)


http://www.appeldefukushima.com/it/petizione-it.html

lunedì 20 giugno 2011

Corno d'Africa: carenza d'acqua, migrazioni e scontri tribali


TRADOTTO DA ELENA INTRA
La carenza di acqua al confine tra il Kenya e l'Etiopia sta contribuendo all'aumento di scontri tribali, in particolare tra i Turkana del Kenya e le tribù etiopi Dassanech, Nyangatom e Mursi. Il cosiddetto Corno d'Africa è un punto caldo del cambiamento climatico, soggetto a inondazioni, siccità e carestia. Un numero sempre più crescente di precipitazioni, la deforestazione e l'erosione del suolo si stanno verificando in contemporanea al rapido aumento della popolazione e alla limitatezza di risorse di terra e acqua.

Il cambiamento climatico risulta evidente dall'aumento delle temperature regionali di 2 gradi Fahrenheit dal 1960, e si prevede un ulteriore aumento di altri 2-5 gradi entro il 2060. Questa è la desertificazione del Corno d'Africa. Inoltre, è stato riconosciuto che in Africa orientale (in particolare Etiopia, Kenya e Somalia) è in atto una vera e propria crisi alimentare.

Situazione ulteriormente aggravata dalla nuova diga "Gilgel Gibe III" in costruzione in Etiopia lungo il fiume Omo. Una volta completata, la diga sarà il più grande progetto idroelettrico a sud del Sahara. Se da una parte tale costruzione fornirà energia elettrica in Egitto, Sudan, Gibuti, Kenya, Uganda, e persino Yemen, allo stesso tempo ridurrà il flusso del fiume Omo, minacciando la sopravvivenza di 800.000 membri delle tribù locali.Otto milioni di persone semi-nomadi nel sud dell'Etiopia e nel Kenya settentrionale dipendono dalle acque del lago Turkana per il proprio sostentamento. Il lago Turkana ottiene il 90% delle sue acque dal fiume Omo, ma negli ultimi anni, il lago si sta praticamente ritirando in Kenya. La causa sta nella decisione dell'Etiopia di costruire dighe a monte, deviando a nord l'acqua del fiume Omo, lontano dal confine Etiopia-Kenya.  Le consistenti deviazioni di acqua per l'irrigazione e l'evaporazione sono fattori determinanti per la diminuzione del flusso del fiume Omo. Coloro che seguono stili di vita pastorali dipendono dalla localizzazione delle sorgenti di acqua e la scarsità accende il conflitto. Di conseguenza, le tribù semi-nomadi etiopi come i Dassanech, i Nyangtom e i Mursi stanno seguendo il corso d'acqua e quindi si trovano in conflitto con le tribù pastorali del Kenya.

In Etiopia:
Per le tribù dell'Omo, il fiume rappresenta una via di comunicazione con gli dei. Anche la tribùNyangatom dipende dal fiume Omo per il proprio sostentamento. Se espandono le proprie coltivazioni agricole, rischiano di entrare in conflitto con i Turkana. I Nyangatom, allevatori di bestiame, si sono armati per proteggere le proprie risorse di terra e acqua. Dall'altra parte del confine etiope, gli sfollati contano sull'assistenza del governo e sugli aiuti esteri, pur rimanendo nella povertà ed essendo colpiti dall'espropriazione. Una donna ha affermato che le armi che il governo etiope ha fornito loro sono inutili senza proiettili, e che lei e molti altri sono rimasti vulnerabili agli attacchi. La consistenti deviazioni di acqua per l'irrigazione e l'evaporazione sono fattori determinanti per la diminuzione del flusso del fiume Omo. Coloro che seguono stili di vita pastorali dipendono dalla localizzazione delle sorgenti di acqua e la scarsità accende il conflitto. Di conseguenza, le tribù semi-nomadi etiopi come i Dassanech, i Nyangtom e i Mursi stanno seguendo il corso d'acqua e quindi si trovano in conflitto con le tribù pastorali del Kenya.
In Kenya:
Nella prima settimana di maggio, i combattimenti al confine tra Kenya ed Etiopia hanno provocato 34 morti. Dopo che decine di membri di tribù etiopi hanno aggredito e ucciso il capo della polizia di frontiera del Kenya, John Nunyes, un parlamentare del Kenya, ha visitato la comunità dei Turkana. Ha parlato per conto dei Merille, che sono stati sfollati a causa dei Turkana, i quali si sono trasferiti di quindici chilometri. Tra gli effetti di questa migrazione, ha citato la perdita di pascoli e di accesso all'acqua, a scapito di contadini e pescatori. "Non possiamo avere una situazione in cui i keniani vengono sfollati e diventano rifugiati all'interno del loro stesso Paese".
La risposta della comunità internazionale alla siccità in Africa orientale è stata quella di inviare alimenti come il mais, che però non possono essere consumati crudi e richiedono grandi quantità di acqua per essere cucinati. Inoltre, non si è considerata adeguatamente la situazione a lungo termine di dipendenza dagli aiuti, la mancanza di infrastrutture, ecc. Jan Egeland ha definito la risposta umanitaria alla siccità  "salvare la vita della gente oggi in modo che possano morire domani."
L'incapacità di affrontare i problemi dell'uso non sostenibile dell'acqua attraverso l'irrigazione e la costruzione di dighe a monte è un altro fattore che ha portato all'aumento del numero di conflitti causati dalla scarsità d'acqua. La sfida è quella di creare e attuare politiche sensibili atte a favorire e incentivare l'uso sostenibile delle acque del fiume Omo e del lago Turkana. Purtroppo però, le soluzioni non sono per niente semplici. L'interazione tra i conflitti tribali e le esigenze mutevoli delle tribù pastorali nel contesto della desertificazione dell'Africa orientale aggiungono un ulteriore livello di complessità alla situazione.
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http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/vociglobali/grubrica.asp?ID_blog=286&ID_articolo=328&ID_sezione=654&sezione=

venerdì 17 giugno 2011

«Onde e maree: dal Mediterraneo l'energia rinnovabile del futuro»


Per la prima volta in Italia si riuniscono gli esperti europei di produzione energetica dal mare. Una ricerca poco finanziata  Non solo vento,  sole, fiumi e calore terrestre. Se c'è una fonte «pulita» con enormi potenzialità di produzione energetica, quella è senz'altro il mare.  Onde, correnti marine e aree un giorno non lontano potrebbero produrre  energia come piccole centrali atomiche, ma l'elettricità potrebbe  arrivare anche sfruttando il gradiente salino e termico degli oceani. Un settore tecnologico ancora in fase sperimentale ma su cui investono  molto paesi come il Regno unito, gli Usa, la Norvegia, il Portogallo, il  Giappone e il Canada. Troppo poco finanziato invece in Italia, malgrado  i nostri ricercatori abbiano raggiunto traguardi significativi e  riconosciuti a livello internazionale. Per questo l'Enea ha chiamato a  raccolta ieri e oggi a Roma - con
un'ottima tempistica, ancorché casuale  - tutti i principali esperti italiani della produzione elettrica da  energia marina. Il fisico Vincenzo Artale, oceanografo dell'Enea, che ha  voluto fortemente il workshop sulle prospettive di sviluppo del settore  nel quale oggi si confronteranno esperti italiani ed europei, non ha  dubbi: «I problemi ci sono - spiega Artale - ma sono simili a quelli che  vent'anni fa sembravano insormontabili per il settore eolico. La nostra  ricerca nel Mediterraneo va avanti solo grazie a un finanziamento di  500 mila euro del ministero dello Sviluppo economico, con il quale  stiamo mappando le coste e i mari italiani. Bisogna invece investire di  più. Sfruttando le onde e le maree si potrebbero rendere autonomi dal  punto di vista energetico paesi come la Scozia, che sta lavorando molto  sui cosiddetti sbarramenti sottomarini».

Metto in (s)vendita il comune di pescantina!

Pescantime.it

Sole molto calmo, ci aspetta l'era glaciale? - Corriere della Sera

Sole molto calmo, ci aspetta l'era glaciale? - Corriere della Sera

giovedì 16 giugno 2011

PESCANTINA: IMPIANTO FOTOVOLTAICO IN PIAZZA DEGLI ALPINI


Le vendite da parte del comune di PESCANTINA, per fare cassa, dovrebbero essere oramai agli sgoccioli. Venduta la FARMACIA, salvata PESCANTINA SERVIZI, vendute la quasi totalità dei possedimenti terreni, cosa pensare e come immaginare un nuovo scenario, per fare cassa ? .

Abbiamo provato a simulare il rendimento di un impianto di 10 KW, posto in  Piazza degli alpini aPESCANTINA, considerando una irradiazione MEDIA ed una esposizione a SUD-EST. E supposto che il comune aderisca al " PATTO DEI SINDACI " un costo dell' operazione paria a ZERO !.

Ecco i risultati:


Il costo dell'impianto è stimato in 4000 euro per KW


I RISULTATI DELLA SIMULAZIONE SONO piuttosto interessanti:


In venti anni l'impianto sarebbe in grado di produrre un introito medio pari a 67.200,00 / 70.000,00 Euro. Inoltre l'impianto fotovoltaico in oggetto potra' evitare in un anno l'immissione nell'atmosfera di 4.950 Kg di CO2, gas responsabile dell'effetto serra.

Inoltre qualora PESCANTINA aderisca al patto dei sindaci e presenti alla provincia progetti per la riduzione della CO2 e risparmio energertico, l' opera potrebbe essere interamente finanziata . !

TI ASPETTIAMO SUL MEETUPper discutere con NOI.

mercoledì 15 giugno 2011

Se YouTube e Facebook sconfiggono la televisione - Corriere della Sera

Se YouTube e Facebook sconfiggono la televisione - Corriere della Sera

Abbiamo vinto! Grazie a te, l'Italia ha chiuso con il nucleare


Ciao Andrea,

la prima cosa che vogliamo scriverti è GRAZIE! Grazie perché hai contribuito a una campagna storica, grazie perché hai definitivamente allontanato il nucleare dall'Italia, grazie perché hai lanciato un messaggio a tutto il mondo: un pianeta senza atomo è possibile!



Abbiamo atteso questa giornata con trepidazione, dopo avere condotto insieme a te una campagna senza precedenti: dall'anniversario di Cernobyl alle azioni del Colosseo, Ponte Vecchio, Campanile di San Marco; i ragazzi che si sono chiusi nel rifugio per quasi un mese (i "pazzi"), e poi il bidone di scorie sulla Terrazza del Pincio; la scalata del balcone di Palazzo Venezia; lo striscione dello Stadio Olimpico durante la finale di Coppa Italia…

Ma raggiungere il quorum al Referendum non era una cosa scontata. Come non lo era la valanga di sì che ha seppellito il nucleare in Italia! Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la mobilitazione dei nostri attivisti online, se tutta l'energia positiva che abbiamo messo in questa campagna non fosse stata moltiplicata dalle persone come te. Abbiamo chiesto molto, e molto abbiamo ricevuto: questa vittoria è la nostra comune vittoria!

Ora ci prendiamo il tempo per godere di questa festa, che avvicina l'Italia a un futuro sostenibile. Ma per quanto più vicino, uno scenario energetico fatto di efficienza e fonti rinnovabili è ancora tutto da conquistare. Per salvare il clima ci servirà sempre il tuo aiuto, e – se possibile – anche il tuo sostegno economico. Per oggi, intanto, ancora GRAZIE!

Lo staff di 
Greenpeace Italia

Bhutan: Silent Tsunami


As the planet warms, mountain glacial melt threatens people downstream. The people of the small kingdom of Bhutan engage in a valiant race against time to prevent an environmental disaster high in the Himalayan mountains, and find economic opportunity in the process.




Bhutan from Patrick Fries on Vimeo.


http://wolfram-publications.blogspot.com

martedì 14 giugno 2011

NOVE MINUTI DA PARONA A PORTA NUOVA ( stazione ) ... VENTI ANNI FA'


INCAPACE


Veneto. Esposto Aduc inquinamento atmosferico. Avvisi di garanzia per Zanonato, Rossi, Bicciato, Bortoli, Zan, Casarin, Degani, Marcato, Fecchio, Galan, Zaia, Chisso, Conta, Conte

14 amministratori veneti, indagati dalla Procura della Repubblica di Padova sono stati convocati all’udienza di martedì 14 giugno dal Giudice per le Indagini Preliminari Mariella Fino. L’avviso di garanzia è stato inviato al sindaco di Padova Flavio Zanonato e agli assessori Ivo Rossi, Mauro Bortoli, Francesco Bicciato e Alessandro Zan; al presidente della Provincia di Padova Barbara Degani, all’ex presidente Vittorio Casarin e agli assessori Roberto Marcato e Mauro Fecchio; al presidente della Regione Veneto Luca Zaia e all’ex presidente Giancarlo Galan insieme agli assessori Renato Chisso, Giancarlo Conta e Maurizio Conte.



Secondo l'accusa, nata da un esposto dell’Aduc, i pubblici amministratori in virtù dell'incarico ricoperto avrebbero dovuto impedire l'emissione di polveri sottili oltre il tetto consentito dalla norma, che dal 2005, anno in cui è entrata in vigore, viene sistematicamente violata. Si tratta di una disposizione che impone obblighi precisi a sindaci e presidenti di Regione, la quale stabilisce che il valore limite di 50 microgrammi per metrocubo non è da superare per più di 35 volte l’anno. A Padova nel 2005 ci sarebbero stati ben 159 giorni di superamento dei valori limite; nel 2006 176; nel 2007 111; nel 2008 90; nel 2009 102; nel 2010 94. Il 22 aprile 2011, alla centralina Arpav del quartiere Forcellini, sono stati raggiunti 58 giorni di superamento giornaliero del Pm10 a fronte dei 35 giorni concessi per un anno.
 

lunedì 13 giugno 2011

PARCO DELLA VALPOLICELLA: «Meglio tardi che mai». È il motto del presidente di Salvalpolicella, Pieralvise Serego Alighieri

«Meglio tardi che mai». È il motto del presidente di Salvalpolicella, Pieralvise Serego Alighieri, per sollecitare un dibattito costruttivo per la Valpolicella, il futuro della sua economia, la tutela del paesaggio e la qualità di vita dei suoi abitanti. «C'è ancora molto da salvare», sottolinea, «ma è necessario adoperarsi per favorire il recupero degli edifici esistenti, fermare l'abbruttimento e valorizzare le caratteristiche di questo territorio. La barca non sta affondando ma ha bisogno delle vele giuste per navigare sicura».

Secondo Serego Alighieri i tempi sono abbastanza maturi per affrontare cambi di prospettiva e intraprendere strade nuove, così come auspicato dal presidente onorario del Wwf Veneto Averardo Amadio. Salvapolicella e Wwf, infatti, condividono idee e strategie: stop a cemento, nuove lottizzazioni e centri commerciali; recupero dell'edilizia esistente; no a nuove attività industriali e ai campanilismi; sì a una pianificazione unitaria attraverso un parco della Valpolicella che coordini azioni e promozione al fine d'incrementare agricoltura e turismo. Per favorire il dibattito su questi temi, Salvapolicella sta organizzando per l'autunno un incontro con il professor Salvatore Settis, autore del libro «Paesaggio Costituzione Cemento – La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile» (Einaudi).

«C'è bisogno di strategie per ragionare sul futuro di quest'area e il parco avrebbe proprio questo compito», continua Serego Alighieri, «se gestito in modo intelligente, infatti, è un ente super partes che governa il territorio pensando alle esigenze delle persone ma anche a quelle dell'economia locale. Un'economia che non può più avere a che fare con il cemento, ma che deve guardare al vino, alla gastronomia, all'accoglienza dei turisti. Prendiamo esempio dal Trentino Alto Adige».

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Fonte giornale L'arena del 12 Giugno 2011

Il 12 e 13 giugno 2011 gli elettori italiani al voto per i 4 referendum popolari : come si vota e cosa si vota ?

Il 12 e 13 giugno 2011 gli elettori italiani al voto per i 4 referendum popolari
Il 12 e 13 giugno 2011 gli elettori italiani saranno chiamati alle urne in merito ai 4 referendum previsti dagli art. 75 e 87 della Costituzione.

Il referendum abrogativo di leggi ed atti aventi forza di legge, si utilizza quale soluzione per abolire una legge esistente o una parte di essa. Dobbiamo ricordare e precisare che occorre raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto perchè i referendum siano resi validi.

Gli elettori dovranno recarsi alle urne domenica 12 giugno dalle ore 8 alle 22 e lunedì 13 dalle 7 alle 15. Gli elettori voteranno su 4 schede di colore diverso che sono descritte di seguito all'indicazione prevista dal Ministero dell'Interno

1. Acqua 1 - colore della scheda: rosso
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Quesito sulla privatizzazione dell'acqua, DL 25 giugno 2008 n.112 conv. in legge il 6 agosto 2008 n.133 e successive modifiche.

2. Acqua 2 - colore della scheda: giallo
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato. Abrogazione di una norma del DL n.152 del 3 aprile 2006.

3. Nucleare - colore della scheda: grigio
Realizzazione nel territorio nazionale di impianti di nuove centrali di energia nucleare. Abrogazione di norme relative a decreti legge del 2008.

4. Legittimo impedimento - colore della scheda: verde chiaro
Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010 n.51 in materia di legittimo impedimento risultante anche a seguito di sentenza n.23 del 2011 della Corte Costituzionale.

Andrea Belvedere

venerdì 10 giugno 2011

Nanotubi di carbonio per desalinizzare l'acqua


La desalinizzazione dell'acqua è una delle soluzioni che aiuterebbero a risolvere i problemi legati alla crescente richiesta d'acqua da parte della popolazione mondiale.


Un team di ricercatori dell'Università di Strathclyde di Glasgow, in Scozia, guidati da Jason Reese, professore di Termodinamica e Meccanica dei Fluidi, ha sviluppato un micro-filtro in grado di desalinizzare l'acqua in maniera decisamente migliore rispetto alle attuali tecnologie utilizzate.

Il gruppo di studiosi ha preso in esame dei nanotubi di carbonio (denominati CNT), dei fogli cioè di carbonio dello spessore di un atomo, arrotolati a forma di cilindro. I ricercatori hanno dapprima studiato il comportamento di questi CNT con l'aiuto di simulazioni al computer. 

Il solito metodo usato per la purificazione dell'acqua si basa sul processo di osmosi. In questo processo, l'acqua si sposta da una zona di minore concentrazione attraverso una membrana permeabile a una zona di maggiore concentrazione. Il metodo di Reese invece utilizza il principio dell'osmosi inversa: si forza il passaggio delle molecole da una soluzione più concentrata a una meno concentrata, attraverso una membrana permeabile, tramite l'utilizzo di una forte pressione. Utilizzando questi CNT è possibile ottenere una permeabilità 20 volte superiore a quello che si riesce ad ottenere al giorno d'oggi, grazie anche alla proprietà di questo materiale di respingere gli ioni di sale: la dissalazione dell'acqua risulterebbe così meno costosa e richiederebbe un minore dispendio di energie.

Secondo Reese questo micro-filtro potrebbe essere usato per convertire l'acqua di mare in abbondante acqua potabile. Di certo non attuabile nel breve periodo ma di sicuro uno spiraglio che sembra dare speranza per risolvere un grave problema per il pianete a la popolazione, dato che oggi sono circa 1.400.000.000 le persone che nel mondo che non hanno accesso all’acqua potabile.

A.U.

PESCANTINA: TARSU SU DI GIRI ! ESISTE UN MODO PER ABBASSARE LA TASSA ?

La tassa sui rifiuti nel comune di pescantina è aumentata in maniera esponenziale. Negli ultimi quattro anni almeno, le spese per le immondizie sono raddoppiate. Vedi articolo qui: pescantinadeivalori.blogspot.com.
Di questo ce ne siamo accordi tutti, ma sebbene il dato sia veritiero, la cosa sconcertante è il non riuscire a capire per quale motivo, un comune come il nostro, che recupera moltissimo, non riesca a farci pagare meno.

Cioè se è vero che separo benissimo il rifiuto e che questo una volta separato viene rivenduto a peso al COANI o chi per esso, perchè non riusciamo a fermare l'aumento della boletta ? C'è quindi un modo per uscire da questo buco nero ? La questione è che dovremmo pagare meno rifiuti, per il semplice fatto che non dovremmo produrne, ed essere in questo modo premiati come cittadini virtuosi.




Far pagare meno ai cittadini, non è poi cosi difficile, bisognerebbe fare come si è sempre fatto, "colpire" il portafolio e dare un'alternativa ( ORA SI COLPISCE IL PORTAFOGLIO, ma non si da nessuna alternativa ) . "Caro cittadino se fai come hai fatto fino ad oggi, continuerai a pagare le stesse tasse, ma se cominci a non produrre o meglio, a ridurre la quantità di rifiuti prodotti, noi amministratori, ti facciamo uno sconto ".



Produrre meno rifiuti innesca un circolo virtuoso importante: meno rifiuti devo raccogliere, meno mezzi e uomini dovro' pagare per ritirare e trattare il Tuo rifiuto. Visto che mi aiuti, ti premio e ti abbasso la tassa.
Sembra facile e detta cosi pare davvero molto semplice, ma per cortesia siamo in attesa di una smentita. Perchè se la cosa fosse in questi termini, quello che potremmo fare è produrre sempre meno rifiuti e accordarci con il comune per pagare sempre meno tasse.



   www.noipescantina.it

giovedì 9 giugno 2011

Napoli, rifiuti e alimentazione: alcune proposte al neo sindaco De Magistris


Alcune proposte al neo Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, per risolvere il problema dei rifiuti e dell'alimentazione nella città.
1. eliminare tutta la plastica dal settore agroalimentare, in quanto tossica oltre che inquinante;

2. riconvertire tutto il comune alle produzioni Agrozootecniche Biologiche col sostegno dei pagamenti agroambientali (circa 2000 €/ha per ortofrutticoli) comunitari;

3. ritornare a coltivare la Canapa per ripulire i terreni dalla chimica e utilizzarla negli imballaggi e altri usi (produzione di cellophane biodegradabile);

4. organizzare un piano di compostaggi territoriali per produrre concimi agrobiologici;

5. obbligare le mense comunali all'alimentazione biologica a partire dalle scuole, utilizzando il contributo statale del 30% sul prezzo;

6. vietare dal commercio tutti gli OGM senza soglie di tolleranza negli alimenti, pericolose per la creazione di nuovi batteri e virus patogeni;

La consulenza tecnico-agroecologica gliela forniamo noi, anche in maniera Gratuita!

Ora vediamo se De Magistris mantiene le promesse.
Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
RETE ZEROGM
Studio Agernova - Servizi Avanzati per l'Agroecologia e la Ricerca

Una regione senza inceneritori, il sogno dei sindaci veneti - NOIPESCANTINA Lab.

Una mozione approvata in un comune del veronese circa un mese fa potrebbe costringere tutto il Veneto a bandire gli inceneritori e ripensare la propria strategia dei rifiuti in chiave sostenibile. Il comune in questione è quello di San Martino Buon Albergo, a pochi chilometri da Verona. Qui il Consiglio comunale ha votato una delibera per fermare l'inceneritore di Ca' del Bue.



Messo in funzione nel 1999, l'inceneritore di Ca' del Bue venne chiuso quasi subito in seguito ad un incendio. Nel 2004, poi, il nuovo collaudo non fu superato. Adesso tutto è pronto per riattivare l'impianto, ma i sindaci dei comuni limitrofi non ci stanno e parte l'iniziativa per fermarne la riapertura.

Partita da una proposta di Marco Braggion al consiglio comunale di San Martino e accolta all'unanimità dopo qualche aggiustamento, l'iniziativa si è estesa a tre sindaci che adesso guidano la lotta contro gli impianti di incenerimento: Avesani, Zerman e Lorenzoni.

Nei tre punti in cui si articola la mozione, poi, non si fa riferimento soltanto all'inceneritore di Ca' del Bue. Il primo articolo recita: “la Regione vieta la costruzione di nuovi inceneritori, il potenziamento di quelli esistenti in Veneto e riconverte quegli funzionanti fino alla loro definitiva chiusura”. Il secondo articolo abroga le norme contenute nella legge regionale e nella delibera di Consiglio che fanno riferimento "alla realizzazione di nuovi inceneritori, al potenziamento e al mantenimento di quelli esistenti".

Infine il terzo articolo invita la giunta e il Consiglio regionale a fare in modo che entro 180 giorni dalla pubblicazione della nuova legge siano modificate le normative del piano regionale dei rifiuti, "prevedendo la tipologia e la quantità degli impianti sostitutivi degli inceneritori previsti e di quelli funzionanti".

Come si intuisce se questa legge venisse approvata l'intera regione del Veneto dovrebbe rinunciare all'incenerimento e procedere con strategie alternative. Gli inceneritori esistenti sarebbero riconvertiti in poli ambientali integrati che contribuiscano ad ottimizzare la raccolta differenziata. La regione inoltre sarebbe chiamata ad impegnarsi per far sì che le aziende riducano i propri imballaggi.

Perché possa essere discussa in regione, una mozione comunale deve essere approvata in almeno cinque consigli. Ne mancano quattro, ma la cosa non sembra impossibile. Fra pochi giorni, sabato 11 giugno, il comune di San Giovanni Lupatoto ha convocato un Consiglio comunale aperto nel Parco dell'Adige cui parteciperanno i primi cittadini interessati all'impianto di riciclaggio rifiuti.

La mobilitazione cresce, anche da parte dei cittadini - qualche settimana fa si è tenuta la marcia delle mamme contro gli inceneritori. Rinunciare agli inceneritori non dovrebbe rappresentare in Veneto un cambiamento così traumetico, visto che la regione gode di una delle percentuali più alte d'Italia per quanto riguarda la raccolta differenziata. Più difficile sarà convincere chi ha le mani nel business dei rifiuti, ma questa è un'altra storia.

A.D.


http://www.ilcambiamento.it/legislazione_ambientale/sindaci_veneto_mozione_contro_inceneritori.html

IL COMUNE DI VERONA REALIZZA IL PARCO ALLA EX CASERMA PASSALACQUA E ABBATTE SUBITO 180 ALBERI.


La decisione dell’Amministrazione Comunale di abbattere centinaia di alberi all’interno del’ex Caserma Passalacqua lascia increduli non solo per la quantità e qualità degli alberi da eliminare che supera qualsiasi altra operazione simile che si ricordi a Verona, ma anche per la anomala e contraddittoria circostanza per cui si vuole realizzare un parco abbattendo alberi.
Dei 500 alberi censiti, è previsto di togliere subito 180 piante, ma anche per le altre esistenti all’interno delle ex Caserme la sorte sembra comunque segnata come detto espressamente nella Relazione Tecnica che accompagna l’intervento : “…le restanti alberature saranno eliminate nel caso in cui interferiscano con le operazioni di demolizione e intervento.”


La maggior parte degli alberi ha un’età compresa tra 50 e 70 anni e molti arrivano a 80-100 cm di diametro del tronco, con chiome spettacolari come quella di un olmo con 20 m. di circonferenza. Notevoli sono anche alcuni grandissimi Platani, molti Cipressi neri isolati o in filare, alcuni gruppi di Cedri, Pini e Magnolie. Non tutti sono in buone condizioni e alcuni potrebbero essere tolti, ma restano comunque centinaia quelli meritevoli di conservazione e si nota con rammarico come l’Amministrazione comunale non faccia il minimo sforzo per salvaguardare queste piante che rappresentano oltre che un valore ambientale una parte della storia recente di Verona.
Sembra impossibile che alberi adulti che svolgono già ora preziose funzioni di mitigazione ambientale non riescano a trovare posto all’interno di un progetto che si vuole proporre come il polmone verde di Verona. Infatti che senso ha abbattere piante sane e adulte che già adesso espletano funzioni preziose per la città per mettere piante che impiegheranno almeno 20 anni per dare qualche beneficio?
L’area della Passalacqua è stata dichiarata di notevole interesse pubblico con D.M. 07/03/1966 ed è soggetta a tutela paesaggistica con le seguenti motivazioni: “Riconosciuto che la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, oltre a costituire, con il proprio elemento dominante della sinuosità del fiume Adige,unito all’altro importante della collina, una unità inscindibile nella composizione urbanistica di Verona, forma di per sé un insieme di cose immobili di valore estetico e tradizionale, nonché un quadro naturale di particolare bellezza visibile da ogni strada di accesso alla città.” .
Non si può ogni volta che viene realizzata un’opera partire da zero come a Piazza Isolo, Piazza Corrubio, alle ex Cartiere e in Piazza della XXV Aprile. Esiste anche una memoria storica del paesaggio, di cui gli alberi fanno parte integrante e inscindibile e sta nella sensibilità dell’amministrazione e capacità dei progettisti ricucire l’esistente con le nuove opere.

ITALIANOSTRA VERONA