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lunedì 30 novembre 2009

L’acqua è un bene comune

COMUNICATO STAMPA
L’acqua è un bene comune: privata della sua gestione pubblica non lo è più Da anni Legambiente è parte di un movimento più vasto di critica radicale all’attuale modello di gestione delle risorse idriche, sia che ci si occupi dell’acqua in Italia sia che ci si confronti con i
temi del suo uso planetario. Suscita infatti preoccupazione l'ingresso sempre più massiccio nella gestione dei servizi idrici di gruppi multinazionali, in cordata fra loro o in partnership con società
multiutilities nate dalla fusione di ex-aziende municipalizzate.
L’acqua in quanto diritto fondamentale e bene comune, non può diventare appannaggio di pochi. La privatizzazione incontrollata delle reti idriche, stimolata dalla falsa illusione di una migliore gestione, porterà di fatto ad un nuovo terribile divario tra ricchi e poveri, perché solo chi potrà pagare avrà la possibilità di usufruire del servizio. Sul fronte dei costi l’acqua a gestione privata in bottiglia oscilla tra i 20 e i 50 centesimi al litro (a cui bisognerebbe aggiungere il costo di smaltimento come rifiuto o di riciclaggio delle bottiglie).
L’acqua a gestione privata degli acquedotti ha finora visto esperienze solo negative: a Latina, uno dei primi laboratori della privatizzazione, i costi sono aumentati fino a 300 volte con promesse
mancate sugli investimenti. Aumenti astronomici anche nelle esperienze della provincia di Frosinone. Ad Arezzo dove da oltre 10 anni la gestione è stata affidata ai privati, si riscontrano le
tariffe più alte d’Italia. L’acqua a gestione pubblica degli acquedotti in media i cittadini italiani la pagano 52 centesimi di euro al metro cubo (mille litri).Insomma costa mille volte meno delle minerali e decisamente meno delle acque pubbliche gestite dal privato.
D’altra parte il privato ha come obiettivo di impresa la  assimizzazione del profitto, quindi come pensare che una gestione privata possa migliorare la fornitura di un bene comune?
Eppure in Italia invece si sta scegliendo deliberatamente di penalizzare una gestione pubblica, che molte volte ha garantito il principio delle 3 E: Efficienza, Efficacia, Economicità, a fronte di un
processo di parziale privatizzazione che, al contrario, ha comportato generalmente un aumento dei costi di gestione e benefici sostanzialmente nulli per ciò che riguarda la riduzione degli sprechi,
dalle perdite degli acquedotti, fino all'uso terribilmente inefficiente delle risorse idriche in agricoltura.
Ma non solo: la privatizzazione penalizza tutti quegli enti locali virtuosi che, con impegno, hanno amministrato coscienziosamente un bene comune, da oggi divenuto regalo per le multinazionali.
Sostenere con forza la gestione pubblica dell’acqua sarà per i prossimi mesi compito prioritario per Legambiente, promuovendo una campagna contro la mercificazione del bene acqua, appoggiando
tutte le iniziative rivolte al mantenimento della gestione pubblica del bene. Auspichiamo che tutte le Pubbliche Amministrazioni, in linea con quelle di Sommacampagna, Fumane, Valeggio Castelnuovo Sant’Ambrogio e Povegliano che già hanno deliberato un
impegno a mantenere pubblico il servizio idrico, facciano altrettanto, promuovendo campagne di sensibilizzazione per un uso corretto e senza spreco della risorsa acqua. Veniamo alle proposte che una buona gestione pubblica dovrebbe far proprie: Elaborazione di un piano che faccia perno sulla gestione della risorsa disponibile in
alternativa alla tradizionale gestione della domanda, ovvero una corretta gestione della risorsa idrica che da una parte riduca la domanda e i consumi e dall’altra incrementi l’efficienza degli usi. Ripensare da subito il sistema di irrigazione dei terreni agricoli, quasi totalmente fondato sulla modalità ad aspersione o a pioggia, per riconvertirlo il più possibile ai sistemi di microirrigazione e a goccia, che possono garantire almeno il 50% del risparmio
di acqua utilizzata. Rivedere completamente il sistema di tariffazione degli usi dell’acqua, con un sistema di premialità che valorizzi le esperienze più virtuose e penalizzi gli sprechi e gli usi impropri. Trovare le risorse economiche per l’ammodernamento progressivo degli acquedotti e delle reti cittadine di distribuzione, eliminando progressivamente le molte perdite delle reti esistenti ( Verona disperde il 28% di quella immessa i rete, dato Ecosistema Urbano 09). Potenziare il sistema dei controlli preventivi da parte degli enti locali, ma anche di quelli repressivi da parte delle forze dell’ordine, dei prelievi abusivi di acqua dalle aste fluviali e dalle falde, così come occorre aggiornare il censimento dei pozzi di prelievo idrico ed irriguo. Incentivare l’uso di “sistemi duali” per recuperare le acque piovane o per riutilizzare le acque grigie depurate per gli usi domestici meno nobili, come lo scarico del wc, partendo quantomeno dalle nuove edificazioni, ma anche la diffusione di quegli strumenti semplici ma utili per risparmiare acqua come ad esempio i riduttori di flusso per i rubinetti e le docce o gli scarichi a doppio tasto del water.

Verona, 24 novembre 2009
LEGAMBIENTE VERONA

mercoledì 25 novembre 2009

eolico in Sardegna: linee guida

5.3 Linee guida di inserimento del micro e minieolico nel territorio.
Di seguito si riportano le principali prescrizioni di carattere urbanistico e territoriale, per un corretto inserimento del micro e minieolico:

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1. L’impianto dovrà essere costituito da un solo aerogeneratore;
2. La distanza minima dell’aerogeneratore dalle abitazioni dovrà risultare pari a minimo 4 volte l’altezza della torre, esclusi gli edifici di proprietà del proponente dove la distanza potrà ridursi a 15 metri (nessun limite per il microeolico); il proponente dovrà comunque garantire il rispetto dei limiti di legge in materia di inquinamento acustico, pena il “fermo” dell’impianto;
3. L’allacciamento alla rete elettrica dovrà avvenire esclusivamente in bassa tensione e mediante cavidotto opportunamente interrato;
4. Le macchine di altezza superiore ai 20 metri al mozzo non dovranno essere installate in corrispondenza di rotte migratorie;
5. La distanza dai confini di proprietà dovrà essere almeno pari all’altezza della torre;
6. La distanza da strade di pubblico accesso (comunali, provinciali e statali) dovrà essere al minimo pari al raggio del rotore e dovrà comunque rispondere agli adempimenti normativi in termini di “fasce di rispetto” dalle strutture stradali così come definite da decreto legislativo 30 Aprile 1992 n. 285 - “Nuovo codice della strada” e s.m.i., nonché dal decreto del Presidente delle Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, - “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada” e s.m.i.;
7. Qualora poste in prossimità di aeroporti o aviosuperfici, le turbine dovranno essere posizionate all’esterno delle aree di protezione al volo in relazione alla loro altezza ed opportunamente segnalate, anche mediante segnalatori luminosi.
Commento:
L'articolo 1 è un controsenso. Secondo questi signori, è meglio un aerogeneratore grande che 2 o 3 piccoli.

Ref. http://www.archiportale.com/blog/fabio-cinesu/25/11/2009

martedì 24 novembre 2009

USA E CINA CONTRO COPENHAGEN. INONDIAMOLI DI MAIL!

USA E CINA CONTRO COPENHAGEN. INONDIAMOLI DI MAIL!
Cari cyberattivisti,
i presidenti del Governo americano e cinese - Barack Obama e Hu Jintao - hanno recentemente affermato di voler ridurre il vertice di Copenaghen a un mero accordo politico senza impegni concreti. Perciò, insieme a Legambiente e Wwf, abbiamo invitato tutti cittadini a mobilitarsi contro questo accordo al ribasso sul clima per ridurre la portata delle decisioni da prendere nel prossimo vertice sul Clima. Vogliamo che Obama e Jintao cambino idea!

Il summit deve rimanere la sede di un accordo concreto sul clima, con la sottoscrizione di obiettivi quantificati e di impegni finanziari precisi. Questa occasione non può essere rimandata a data da definire, perché l’innalzamento della temperatura del pianeta ha già raggiunto il livello di guardia e molti Paesi già ne patiscono pesantemente le conseguenze.

Inondiamo di e-mail le sedi delle rappresentanze statunitensi e cinesi, scriviamogli su facebook, facciamogli capire che ai cittadini l’accordo “politico” Usa-Cina non piace perché rimanderà ancora gli impegni concreti. Occorre, invece, che venga raggiunto un accordo “vincolante” su tutte le parti del nuovo trattato salva-clima che deve dare un futuro al Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012.
Ambasciata Usa a Roma: uscitizensrome@state.gov
Ambasciata cinese a Roma: chinaemb_it@mfa.gov.cn
Facebook ufficiale Casa Bianca http://www.facebook.com/WhiteHouse

 

È solo grazie al sostegno di singole persone come voi che abbiamo le risorse per portare avanti tutte le nostre campagne.

Grazie mille e a presto!

 

Francesco Tedesco
Responsabile campagna Energia e Clima

www.greenpeace.it

venerdì 20 novembre 2009

Olio di frittura: BIOCOMBUSTIBILE

Dalla padella al serbatoio

Oltre 135 autobus, 700 taxi, 10 milioni di Km l'anno. Il tutto grazie alle patatine. E' la fantastica realta' di Graz, dove i mezzi pubblici si muovono con biodisel ottenuto riciclando l'olio di frittura.

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Dopo aver fritto gli alimenti, lasciate raffreddare l’olio e versatelo in un contenitore da 5 litri posto sotto il lavello. Quando è pieno portatelo al centro ecologico della TEA.

L’olio di frittura è altamente inquinante e gettato nel lavello è di difficile smaltimento. L’olio recuperato viene utilizzato in vari modi tra cui anche la produzione del Biodiesel. Recupero ogni anno circa 20 litri di olio di frittura (20 litri per 150.000 famiglie sono circa 3 milioni di litri di Biodiesel che potrebbero far circolare circa 6200 autovetture ). Il carburante è comunque sufficiente per 4000/5000 auto e comunque è una riduzione del carico inquinante notevole.

MA ATTENZIONE

l'olio di frittura non è così immediatamente utilizzabile come carburante! Bisogna come minimo filtrarlo iper-bene e transesterificarlo per ottenere biodiesel. Solo con questi passaggi (eseguiti con tecniche accurate di qualità industriale) SI puo pensare di poter utilizzare l'olio fritto come carburante senza rischiare di danneggiare il motore. Comunque i ristoranti e dove si fa largo uso di olio sono costretti per legge a fare una raccolta separata.... solo che invece di guadagnarci su (visto il potenziale energetico) devono pagare... strano mondo il nostro! Ref. http://energierinnovabili.forumcommunity.net/?t=1145826

Video

Le auto vanno benissimo con gli oli di colza e alimentari, basta apportare all'iniziezione delle appropriate modifiche e si fanno km a palate.

Elenco di alcune aziende fornitrici di BIODISEL

http://www.novaol.it
http://www.biodiesel.it
http://www.biofox.com
http://www.martinisrl.it
http://www.italbioil.com
http://www.comlube.it

Prestazioni ed emissioni

I valori delle emissioni di un motore alimentato a biodiesel si riducono rispetto ad uno funzionante a diesel tradizionale dei valori indicati nella seguente tabella:

SOx 99,99%
CO   5-10%
HC   20-40%
Polveri 40-50%
C02 100% (il ciclo è in pareggio)
NOx =<10% (dipende dal motore)

L'impiego di biodiesel nel motore non comporta un calo di prestazioni rispetto a quelle fornite dal carburante diesel tradizionale.

Interessanti soluzioni

PERIN azienda specializzata nella progettazione e costruzione di generatori a biodiesel alimentati al 100% con carburanti «verdi».
I generatori PERIN funzionano al 100% con olio di colza, palma e girasole: le speciali tecnologie messe appunto nei laboratori dell’azienda hanno permesso dopo anni di ricerca e test di sviluppare dei prodotti specifici molto affidabili e con rendimenti eccezionali. Il combustibile è molto economico e di facile reperimento sul mercato.  Per i carburanti vegetali sono state sviluppate delle motorizzazioni speciali sino a 10MWe per singola unità. Parte dell’energia prodotta con olio combustibile può anche essere venduta grazie ai certificati verdi.

Il danno ambientale

Avete mai pensato ai danni provocati dall'olio di frittura che ogni giorno viene scaricato nelle fogne tramite i lavandini delle nostre case ? … Ref. http://www.meetup.com/amici-di-beppe-grillo-di-catanzaro/messages/boards/thread/3840833?thread=3840833

PEGEOUT: BB1-

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La microcar francese risulta essere tecnologica, ma allo stesso tempo intuitiva. I numerosi comandi come ad esempio l'impianto audio, quello di climatizzazione, la connessione a internet possono essere comandati tramite il display collegabile agli smart phone degli occupanti. L'intelligenza di questo concept sta anche nella propulsione costituita da due motori elettrici situati nelle ruote posteriori per risparmiare il maggiore spazio possibile. In totale i due propulsori erogano 20 CV, potenza più che sufficiente per muoversi in città, mentre l'autonomia si attesta sui 120 km. I motori elettrici sono alimentati da batterie agli ioni di litio sistemate sotto le due file di sedili, senza quindi limitare l'abitabilità e offrendo una perfetta distribuzione dei pesi.

La potenza totale erogata dal propulsore a impatto zero è di appena 15 kW (20 CV) (7,5 kW x 2), ma riesce a spingere questa leggerissima autovettura senza problemi. Anzi, le prestazioni sono niente male davvero: in partenza va da 0 a 30 Km/h in 2,8 s, mentre in riprese passa da 30 a 60 Km/h in 4 s. L’autonomia è di 120 Km.

 

giovedì 19 novembre 2009

“Paroni a casa nostra !”: un appello.

"LETTERA APERTA ALLA LEGA NORD VENETO SULL'ACQUA."PARONI A CASA NOSTRA": questo assunto compare pomposamente accanto al vostro logo sulla pagina iniziale del sito web. Bene, dalle ore 15 di oggi dovreste però toglierlo, visto che vi preparate a votare un decreto che nel giro di qualche tempo consentirà alle grandi multinazionali - in questo settore francesi soprattutto - di appropriarsi della gestione del bene naturale più importante che abbiamo, dopo l'aria. L'acqua dei nostri fiumi, dei nostri limpidi torrenti che scorrono liberi tra le nostre valli, sarà gestita in maggioranza assoluta da manager stranieri che oltre tutto ce la faranno pagare molto più cara. Voleva dire questo, essere "paroni a casa nostra"? Respingiamo con ferocia assai poco cristiana i disperati africani che scappano dalle guerre e dalla fame e, al contrario, stendiamo tappeti rossi per signori in giacca e cravatta che vengono a sfruttare il nostro territorio e fare una montagna di soldi dalle nostre risorse naturali. Vi pare una cosa sensata? A me non molto." Michele P. - Bassano del Grappa

Ref. www.beppegrillo.it

Ca’ del Bue: ORRORE ! Domande e implicazioni sull’incenerimento dei rifiuti

L'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI
Un moderno termovalorizzatore è un impianto che nasce per incenerire i rifiuti e ricavare dell'energia da questo processo. Ma come funziona questa macchina?
Rovistando nella rete ho trovato questo:

Le fasi di funzionamento si posso così definire:
1.Arriva il rifiuto
2.La combustione
3.L'estrazione delle scorie
4.Il vapore
5.L'energia
6.Il trattamento dei fumi
7.L'inertizzazione
S1.Il controllo delle emissioni
S2.La riduzione delle sostanze inquinanti
Vediamole in dettaglio:
1.Arriva il rifiuto
Il rifiuto conferito all'impianto viene scaricato in una vasca dalla quale un sistema di aspirazione impedisce l'uscita di cattivi odori. Il rifiuto viene quindi depositato da una gru sul forno a griglia mobile, dove inizia la combustione.
2.La combustione
Il rifiuto viene rivoltato in continuazione sulla griglia in movimento.Una corrente d'aria forzata tiene viva la combustione
3.L'estrazione delle scorie
Le sostanze più pesanti che "resistono" alla combustione (ad esempio i minerali come il ferro,l'acciaio,ecc.), cadono in una vasca piena di acqua, posta al di sotto della griglia. Qui raffredddate, vengono estratte ed inviate in discariche normali.
4.Il vapore
I fumi caldi generati dalla combustione portano in ebollizione una caldaia che produce vapore.
5.L'energia
Il vapore prodotto nella caldaia viene trasformato in energia elettrica, per mezzo di una turbina, e l'energia generata è quindi immessa nella rete elettrica nazionale
6.Il trattamento dei fumi
I fumi, dopo aver ceduto parte del proprio calore per la generazione del vapore,vengono convogliati in un sistema di trattamento a più stadi che sottrae loro le ceneri volanti e riduce le altre sostanze in esse contenute.
7.L'inertizzazzione
Le ceneri volanti prodotte dalla combustione vengono inviate all'inertizzatore che, mescolandole a cemento ed acqua,ne modifica la composizione chimica.Le ceneri vengono cosi trasformate in materiale solido inerte, che trasportabile, facilmente e senza rischio, nelle normali discariche.
S1.Il controllo delle emissioni
L'impianto non ha emissioni liquide di processo. Le principali emissioni gassose sono costantemente controllate e regolate automaticamente. Eventuali scostamenti dai valori consentiti sono immediatamente segnalati da allarmi che portano alla fermata parziale o totale dell'impianto.
S2.La riduzione delle sostanze inquinanti
Le sostanze inquinanti vengono ridotte già in fase di combustione,con l'ausilio di un sistema computerizzato:mediante il controllo di temperatura e aria di combustione,si contiene la formazione di ossido di carbonio e altri incombusti ed immettendo una sostanza chimica (urea) si abbatte il livello degli ossidi di azoto.L'abbattimento finale avviene nel sistema di trattamento dei fumi che, eliminando ulteriormente le sostanze pericolose ancora in esso presenti, permette di immettere nell'atmosfera, attraverso il camino, fumi nei quali gli inquinanti sono ridotti al minimo, con valori ampiamente al di sotto dei limiti della legge.

Ref. http://www.davidborrelli.it/

Tecniche costruttive delle case di legno

BLOCK BAU: è caratterizzata da pareti por tanti
ottenute impilando delle tavole una sull’altra; queste ultime
sono sagomate agli estremi per permettere gli incastri
tra le varie pareti. Si tratta della tecnica più antica, tipica
dei paesi scandinavi; non consente di realizzare edifici
a più di due piani ed è, rispetto alle altre, piuttosto costosa.
Essendo stata, storicamente, la prima a imporsi, questa
tipologia è anche la più diffusa in Italia, dove però altre
tecniche stanno prendendo il sopravvento.
PLATFORM FRAME: consiste nell’unione di montanti
e traversi sottili per creare un telaio, che viene poi rivestito
con materiali diversi. Tecnica tipica degli Stati Uniti, dove
è diffusissima, permette di costruire in brevissimo tempo
edifici fino a 6-7 piani; richiede meno materiale e meno
manodopera delle altre tipologie ed è quindi la più economica.
Nel nostro Paese è stata introdotta solo di recente,
quindi non risulta tra le più diffuse.

TELAIO 3D: travi e pilastri in legno lamellare creano un telaio
portante, che viene poi tamponato con materiali diversi. A differenza
di quanto avviene nella Block Bau, non è la parete, ma questo telaio,
ad avere funzione por tante. I costi sono legati soprattutto alla gestione del cantiere. Anche questa tecnica è stata introdotta solo di recente nel nostro Paese.
PARETI MASSICCE: la parete è costituita da piani di tavole accostate e incollate e risulta molto dura, pur continuando ad essere più leggera di quelle tradizionali in muratura. Proprio per questo aspetto di solidità e nonostante i costi piuttosto elevati, sta prendendo piede in Italia, dove l’estrema leggerezza delle pareti prefabbricate ha sempre destato qualche (infondato) sospetto.

Accordo raggiunto sulle costruzioni a certificxato energetico

Energy-saving buildings: agreement reached

(General)

Energy - 18-11-2009 - 10:45

Download the article in PDF format

All buildings built after 31 December 2020 must have high energy-saving standards and be powered to a large extent by renewable energy. Public authorities will lead the way two years earlier and part of the funding for these changes will come from the EU. These are among the key points of a deal reached on Tuesday evening between Parliament and Council negotiators.

By the end of 2020 EU Member States must ensure that all newly-constructed buildings have a "very high energy performance", under new rules agreed in Brussels on Monday night. And their energy needs must be covered to a very significant extent from renewable sources, including energy produced on-site or nearby.

The public sector must set an example by owning or renting only this kind of building by the end of 2018 and by promoting the conversion of existing buildings into "nearly zero" standard. It is only thanks to European Parliament negotiators that specific target dates will be included in this legislation.

After the successful conclusion of informal negotiations on Tuesday between Parliament and the Council, rapporteur Silvia-Adriana Ticău (S&D, RO) said the political agreement reinforces the EU's leading role in fighting climate change: "At the Copenhagen Conference, Europe could present an effective tool to make the ambitious environmental objectives happen. We are committed to invest more and to better use the financial instruments for the energy efficiency of buildings and renewable energy."

More financial support at national and European level

The Council took on board Parliament's amendments which require Member States to draw up national plans for increasing the number of nearly zero energy buildings. They must also, by mid-2011, make a list of financial and other incentives for the transition, such as technical assistance, subsidies, loan schemes and low interest loans.

Existing buildings will have to improve their energy performance after major renovations, if this would be technically, functionally and economically feasible. Member States must therefore encourage the owners to use the renovation for installing smart meters and replacing existing heating, hot-water plumbing and air-conditioning with high-efficiency alternatives such as heat pumps or renewable based systems.

Energy performance certificates

Member States will have to ensure that energy performance certificates are issued for any buildings constructed, sold or rented out to a new tenant, and also for buildings where over 500 m2 are occupied by a public authority and frequently visited by the public. Five years after the legislation takes effect, this threshold will be lowered to 250 m2. Buildings that already have a certificate issued in accordance with the previous directive, dating from 2002, will not need to obtain a new one as long as the old one is still valid.

The certificates will have to provide recommendations for improvement and may also include additional information such as annual energy consumption and percentage of renewable energy in total energy consumption.

The certification systems for residential buildings will be the responsibility of national authorities, but the Commission should by 2011 develop a voluntary common European certification scheme for the energy performance of non-residential buildings.

Exemptions for historic buildings, holiday homes and others

However, the following are excluded from the directive's requirements: small houses (with a floor area of less than 50m2), holiday homes used for less than four months a year (or that use less than 25% of all-year energy consumption), buildings for religious activities, temporary buildings used for two years or less, industrial sites, workshops and agricultural buildings with low energy demand and protected historic buildings where an energy-efficiency measure would "unacceptably alter their character or appearance".

Next steps

The compromise text agreed on Tuesday still has to be formally approved by the Council before the full Parliament gives its final endorsement at the beginning of 2010. Once adopted and published in the EU Official Journal, Member States will have two years to bring their national laws into line with the new directive.

ref. http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/051-64747-322-11-47-909-20091118IPR64746-18-11-2009-2009-false/default_en.htm

Facciamo un campo di bambu’: l’acchiappa CO2

ECOLOGICO

Il bambù è un “acchiappa-CO2”! Ogni ettaro di piantagione di bambù è in grado di catturare ogni anno fino a 17 tonnellate di anidride carbonica, ben 40 volte di più rispetto a quella assorbita da un bosco delle stesse dimensioni. A differenza di quanto si pensi, il bambù non è un albero ma una graminacea. E’ per questo che si rigenera tanto rapidamente e non teme l’estinzione. A dispetto degli alberi tradizionali che vengono solitamente tagliati dopo 20 anni, il bambù può essere usato già dopo 3-5 anni. La velocità con cui cresce, varia in funzione della specie. Quella utilizzata per i parquet è la phyllostachys pubescens, che può diventare alta fino a 20 metri ed avere un diametro di 18 centimetri.

Tutti validi motivi per classificarlo come ottimo materiale per costruire sostenibile!

Architettura Ecosostenibile

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La casa in classe energetica : A

Effettivamente restituire alla rete elettrica energia elettrica da una casa attiva sembra essere una cosa ancora del futuro, fino ad ora, a parte qualche raro caso. Qui presentiamo Villa Akarp, della progettista Adalberth Karin, una residenza che mira a coniugare conservazione e recupero dell’energia e tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Se tutto va come previsto (e questo in Svezia resta piuttosto facile) la nuova casa attiva produrrà più energia di quella che utilizza per essere vissuta.

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PROGETTAZIONE LUNGIMIRANTE

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Karin Adalberth, in collaborazione con la E. ON, ha progettato Villa Akarp, appena fuori dalla città svedese di Malmo. Insieme, i due partner hanno elaborato un piano in cui la residenza acquisterebbe una piccola quantità di energia dalla rete durante il buio dei mesi invernali in Svezia e la venderebbe in quantità massiccia durante i mesi estivi di sole. Sulla carta la casa attiva renderà alla rete 1400 KWh (acquistandone 2600 e vendendone 4000). Villa Akarp utilizza tutta un’ampia varietà di strategie per ottenere prestazioni energetiche eccellenti, ma va notato che il disegn è quello di un edificio tradizionale svedese, la Adalberth elenca otto strategie realizzate sul sito del progetto:

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  1. L’isolamento sulle pareti
  2. La ventilazione naturale con recupero di calore
  3. L’isolamento sulle fondazioni
  4. Produzione di calore
  5. Produzione di energia elettrica
  6. Produzione di calore di garanzia in inverno
  7. Installazione di dispositivi per il risparmio idrico
  8. Installazione di elettrodomestici energeticamente efficienti

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Si noterà che i parametri considerati nel progetto puntano soprattutto a risolvere i diversi problemi che offre il clima scandinavo, in quanto pone un forte accento sul riscaldamento e poco sul  raffreddamento. Adeguare il progetto ad un clima più temperato, vorrebbe dire cambiare alcune delle strategie, ma le strategie di base della conservazione dell’energia, il recupero e la produzione della stessa, rimarrebbero le stesse e prescindono dalla loro ubicazione.

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VILLA AKARP TECNOLOGIA OGGI

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Per raggiungere questi nobili obiettivi, la progettista ha implementato una consistente quantità di tecnologie ad alta efficienza energetica. Rivestimenti ed isolamento di fondazione, finestre a triplo vetro che consentono sia l’accesso ad una considerevole quantità di luce naturale, sia a mantenere caldi gli ambienti. In termini di energia, la casa utilizza una combinazione di impianti di riscaldamento da casa passiva ed un sistema solare termico. Durante i mesi di sole 32mq di pannelli fotovoltaici serviranno a produrre l’energia necessaria alla casa per essere definita attiva.

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Mentre la residenza è sicuramente un enorme passo avanti in termini di design e architettura sostenibile, ancora ha dei costi piuttosto elevati, sopratutto a causa di tutte le tecnologie e accorgimenti necessari per definirla una casa attiva. La progettista stima che costerà circa 66.000 Euro in più per costruire Villa Akarp che per costruire una casa tradizionale. Ma, nonostante il costo elevato, Villa Akarp merita certamente una notevole lode per la sua innovazione e lungimirante progettazione sostenibile. “La società nata come partnership fra i diversi fornitori di tecnologie e materiali è stato un aspetto importante per progetti innovativi come questo, ed è un segno distintivo del progetto di Villa Akarp” afferma la progettista, e continua: “La collaborazione con i diversi produttori e fornitori di servizi offre la possibilità davvero di puntare a progetti sperimentali come questo”.

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Ref. http://www.genitronsviluppo.com/2009/11/19/casa-attiva/

giovedì 12 novembre 2009

Scambio sul posto

Le regole dello scambio sul posto
Lo scambio sul posto (Del. AEEG n. 74/08) è un servizio che viene erogato dal Gse (Gestore servizi elettrici) dal 1° Gennaio 2009 su istanza degli interessati. E’ un meccanismo che consente, in generale, di immettere in rete l’energia elettrica prodotta ma non immediatamente autoconsumata, per poi prelevare in un momento successivo altra energia necessaria a soddisfare i propri consumi. In pratica consente di detrarre i costi dei propri consumi dal profitto derivato dal proprio impianto, che ovviamente beneficia di una tariffazione assai più vantaggiosa grazie al sistema Conto energia. Sono interessati a proporre istanza al Gse coloro nella cui disponibilità o titolarità vi siano uno o più impianti:
  • alimentati da fonti rinnovabili di potenza fino a 20 kW;
  • alimentati da fonti rinnovabili di potenza fino a 200 kW (se entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007);
  • di cogenerazione ad alto rendimento di potenza fino a 200 kW.

Per saperne di più: le norme che regolano lo scambio sul posto

Una domanda sulla Geotermia

Un lettore ci scrive …

Buongiorno ,
Su un terreno di mia proprietà ( 500 mq circa ) , vorrei costruire un impianto geotermico, per produrre corrente elettrica e aderire allo scambio sul posto. Sono a digiuno in merito le normative vigenti sul geotermico, so' che per il fotovoltaico e l'eolico, si possono costruire " farm " di energia , che scambiano sul posto . La GEA paga in cent i Kw /h di corrente  prodotta. Per il geotermico pero,' non sono al corrente se la questione puo' essere " evasa" nello stesso modo .  Vi chiedo se vi è gia capitato di progettare e realizzare impianti geotermici , per lo scambio sul posto. In caso affermativo sarei interessato a sapere il costo indicativo di un impianto da 50 Kw/h o tagli differenti ( 20 Kw/h - 30 Kw/h ) . Se possibile resto in attesa di un vs. gent.mo riscontro.

Se qualcuno che “naviga”, da queste parti ha esperienza in merito e volesse darmi qualche risposta sarei grato io e tutti quelli che mi hanno scritto chiedendomi in merito .

Informazioni Utili sugli impianti Geotermici

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Esistono finanziamenti per impianti geotermici ?
Disponiamo di  convenzioni di finanziamento estremamente interessanti con la BANCA del Chianti Fiorentino.
(gruppo credito cooperativo) in collaborazione con Legambiente.
Per quanto riguarda incentivi regionali o provinciali quali i finanziamenti a fondo perduto, vi invitiamo a verificare le comunicazioni degli enti pubblici sulla vostra zona di residenza.

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’impianto è in totale sicurezza ?
Assolutamente sì. La geotermia sfrutta da un lato l’energia naturale della terra e dall’altro l’energia elettrica per il trasferimento di questa energia all’interno dell’abitazione. In casa il sistema di riscaldamento sfrutta l’acqua del rubinetto mentre all’esterno le sonde sono riempite di liquido frigorifero atossico o acqua con antigelo. Non vi è dunque nulla di pericoloso nell’impianto.
Nessun liquido infiammabile, nessun rischio di esplosione, nessun odore…la geotermia è sicurezza a tutti i livelli.

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Che superficie di terreno è necessaria per installare un impianto geotermico ?
I processi tecnologici moderni permettono di ottimizzare lo spazio disponibile. A titolo di esempio sarà necessario prevedere un terreno di circa 120 m² per una superficie abitabile da riscaldare di 100 m². Alternativamente si può adottare la soluzione di sonde geotermiche verticali che vanno a cercare l’energia tra 70 e 100 m di profondità.
Bisogna considerare circa 1,2 m² di zona di captazione per ogni m² da scaldare.

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Vibrazioni OMRON

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Omron è un’azienda che ha elaborato un interessante nuovo dispositivo compatto che produce energia grazie alle vibrazioni. Il nuovo dispositivo che per semplicità chiameremo Omron, è un prototipo con una struttura semplice e a basso costo (di circa $ 10,36) di produzione. Il dispositivo riuscirà a generare 10μW di energia grazie a vibrazioni a 20Hz di frequenza e 1G di accelerazione. L’energia che sarà accumulata in un condensatore verrebbe ottimamente utilizzata da dispositivi di comunicazione di tipo wireless.

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Come primo passo, il generatore della Omron sarà utilizzato in dispositivi che vengono installati nei pilastri di sostegno autostradali per trasmettere energia in modalità wireless a dei sensori per il rilevamento di problemi stradali. La società ha già avviato i test di convalida di Omron in collaborazione con la Nexco Higashinihon Engeneering KK. Le dimensioni del prototipo di Omron sono di 20×20x8 millimetri. Ma spiega la società che già intanto la prossima generazione di dispositivi attualmente in sviluppo raggiungerà le dimensioni di 4 millimetri di altezza.

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La società prevede anche di riuscire a incorporare Omron il generatore nei sistemi di controllo della pressione dei pneumatico (TPMS), installati all’interno dei pneumatici delle automobili del futuro. Infatti i pneumatici vibrano fortemente durante l’utilizzo e sono adatti per la generazione di energia tramite Omron. Per la generazione di elettricità, il nuovo generatore Omron utilizza la un sistema di produzione di energia in cui la capacità cambia a seconda della posizione relativa dei 2 elettrodi. Vibrando fra loro, quindi subendo variazioni, la corrente elettrica viene generata.

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Il piccolo generatore Omron è composto da una parte fissa ed una mobile, 2 elettrodi a forma di pettine sono stesi su una lastra di vetro. I due elettrodi possono essere prodotti semplicemente per incisione di un metallo su una lastra di vetro. Il generatore genera corrente alternata, che deve essere rettificata a corrente continua per la sua conservazione in un condensatore. La capacità di energia prodotta cambia quando la parte mobile (i 2 pettini) cambia la sua posizione.

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Il punto chiave nella progettazione del generatore Omron riguarda la distanza fra gli elettrodi. Quando la distanza è piccola, i 2 elettrodi sono suscettibili di contatto tra loro. Tuttavia, se la distanza è troppo grande, il potenziale tra gli elettrodi è ridotto producendo poca energia.  Ora la società punta ad irrobustire il generatore e abbassare il prezzo. Ora infatti il fermo e le parti mobili sono installati su una lastra di vetro di vetro, perché poco costosa Per questo tipo di generatori a vibrazione, gli elettrodi sono spesso applicati su di un wafer con l’adozione di tecnologie MEMS. Il ciclo di vibrazioni varia a seconda della destinazione d’uso, e la frequenza di risonanza deve essere adeguata di conseguenza, al fine di generare elettricità in modo efficace.

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Ref http://www.genitronsviluppo.com/2008/11/25/omron-produrre-energia-elettrica-con-le-vibrazioni-viaggio-alla-scoperta-di-un-piccolo-ma-promettente-ed-efficiente-dispositivo/

Il fiume piezoelettrico

I ricercatori dell’Università di Pittsburgh stanno sviluppando dei polimeri ionici che immersi in un fiume in una griglia piezoelettrica, verranno utilizzati per produrre energia elettrica rinnovabile per la città di Vandergrift in Pennsylvania. Se il progetto riuscirà, il centro della città potrebbe arrivare a ricevere dal 20-40% o più del suo fabbisogno di energia da un impianto lungo circa 1,5 Km composto da una serie di piccoli dispositivi posti sul fondo del fiume Kiskiminetas che attraversa la città.

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Da secoli l’uomo ha utilizzato i fiumi e i torrenti per macinare il grano ed altri cereali e più tardi per generare energia elettrica. Ora un nuovo metodo di produzione di energia elegante e a basso impatto ambientale sta facendo il suo debutto nella città di Vandergrift nel Pennsylvania. Utilizzando questa griglia in materiali piezoelettrici intelligenti (in particolare polivinildenfluoruro) posti su fondo del fiume Kiski, la cittadina di Vandergrift riuscirà a generare dal 20 al 40% del suo fabbisogno energetico per l’intera città grazie all’energia cinetica del fiume.

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Lo sviluppo di questa griglia piezoelettrica è coordinato interamente dalla città di Vandergrift. La popolazione di Vandergrift non solo consentirà l’accesso al fiume per lo sviluppo del prototipo ma assicurerà anche l’intero sviluppo di un sistema di produzione di energia davvero innovativo, un progetto poi che soddisferà le loro aspettative per il mantenimento della bellezza e l’accessibilità al fiume della cittadina, il “Kiski”. Il progetto sarà condotto da Lisa Mauck Weiland, professoressa di ingegneria meccanica presso l’Università di Pittsbugh. Vandergrift, cittadina a nord est di Pittsburgh è famosa nella zona per la sua lavorazione dell’acciaio, ma ora come afferma la Weiland, si tratta di “reinventare se stessa e diventare più sostenibile”.

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Queste griglie ondeggianti piezoelettriche saranno composte da strisce di polivinildenfluoruro (PVDF), un materiale che genera una leggere corrente elettrica quando è in movimento, in questo caso sarà mosso dal fiume Kiskiminetas. Tali materiali sono descritti come piezoelettrici e la conseguente corrente elettrica passerà attraverso un sistema che andrà a caricare un gruppo di batterie. “Esistono altri materiali che danno migliori prestazioni o superiori densità di energia”, ha affermato la Weiland. “Ma siamo disposti a sacrificare un pò di energia per mantenere l’ecosistema integro e migliore. Chi guardasse il fondo del fiume non vedrebbe nulla di strano se non alghe e piante acquatiche”

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Il fiume Kiskiminetas o “Kiski” come è più noto, è di circa 40m più largo quando passa per Vandergrift.”L’idea è molto intelligente ed interessante” spiega Cristopher Lynch, ricercatore presso l’Università della California, “La raccolta di energia dai fiumi e dall’oceano diventerà sicuramente un importante segmento della generazione di energia nel futuro”.

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Ref. http://www.genitronsviluppo.com/2008/09/01/una-griglia-piezoelettrica-per-produrre-energia-da-un-fiume-per-la-citta-di-vandergrift-il-20-e-piu-del-fabbisogno-elettrico-risolto-ed-il-mantenimento-dellecosistema-del-suo-fiume-per-il-mondo-de/

mercoledì 11 novembre 2009

Energia dalla pioggia

 

Convertire in energia elettrica le vibrazioni causate dalla caduta delle gocce di pioggia su di una superficie piezoelettrica.

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Gli scienziati del CEA/Leti-Minatec di Grenoble, specializzati in microelettronica hanno recentemente messo a punto un sistema che recupera l’energia trasmessa dalle vibrazioni delle gocce cadute su di una superficie piezoelettrica.

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Il sistema funziona con gocce con un diametro compreso tra 1mm e 5mm, le simulazioni hanno dimostrato che è così possibile recuperare fino a 12 milliwatt per le gocce cadute più grandi. “Il nostro lavoro potrebbe essere considerato come valida alternativa ai sistemi di produzione di energia dal sole dove questi risultano essere di difficile applicazione”. Il sistema piezoelettrico è composto da un polimero (PVDF) che serve a convertire l’energia meccanica in energia elettrica, questo inizia a vibrare alla caduta di ogni goccia e gli elettrodi al suo interno iniziano a generare cariche elettriche.

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Una pioggia continua rende energicamente più di un forte e breve acquazzone, infatti a causa dell’alta velocità delle gocce queste perdono energia al momento dell’impatto per la loro grandezza e consistenza. “L’energia recuperabile dipende direttamente dalla dimensione della membrana piezoelettrica, la dimensione delle gocce e dalla loro frequenza, l’energia disponibile per goccia può variare tra i 2 μ J ad 1 mJ a seconda della sua grandezza”.

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In conclusione si può considerare che in un paese con un clima continentale come la Francia si può ottenere fino a 1 Wh per mq all’anno. Ora gli scienziati sono impegnati in un programma in grado di sviluppare un metodo di memorizzare l’energia elettrica fornendo una corrente elettrica costante per uso pratico.

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Ref. http://www.genitronsviluppo.com/2008/01/24/energia-rinnovabile-anche-la-pioggia-puo-generare-energia-elettrica-ecco-come/

martedì 10 novembre 2009

La cementificazione della VALPOLICELLA: Una domanda per PESCANTINA

Il nostro territorio cementificato !

Il consumo di territorio, in particolare nell'ultimo decennio, ha assunto proporzioni preoccupanti ed una estensione devastante. In questo periodo tutta la Valpolicella ( e pescantina non è da meno ! ), ha seguito i passi di un'urbanizzazione ampia, soprattutto rapida e per certi aspetti " ingombrante ". Le aree destinate ad edilizia private e zone industriali, hanno fatto da traino ad opere di viabilità sempre piu' importanti ( strade, rotonde ), favorendo il traffico cittadino ed un decadimento, a volte, della qualita' della vita ( smog, inquinamento atmosferico ed acustico, stress da parcheggio ).

 

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Il consumo di suolo molto spesso si traduce in spreco e non in reddito, sono diverse le zone dove sorgono capannoni vuoti , ed altre in cui vi sono case sfitte o non vendute. La cementificazione riscalda l'aria e pone problemi seri di approvvigionamento idrico delle falde e sembra non portare, come un tempo, a benefici tangibili, ne sull'occupazione ne' tantomeno sulla qualità della vita dei cittadini, che anzi tende a degradare !.

La scelta della salvaguardia del territorio dovrebbe essere tra i punti primari di tutti gli amministratori e le amministrazioni cittadine, mentre, la tutela del territorio, a volte è subordinata a logiche speculative / finanziarie: si permette la svendita di un patrimonio collettivo che è di tutti ( il territorio ) e lo si baratta con centri residenziali che chiamano servizi, nuovi spazi, parcheggi, cemento e cosi all'infinito !

Non credo sia piu' corretto, ad oggi, parlare di quartieri dormitori, ma bensi di paesi dormitorio, che si svuotano la mattina presto ( una persona per ogni macchina ) intasando le poche strade di scorrimento , verso le statali o la tangenziale , per rianimarsi la sera, al rientro.

La domanda mi sorge spontanea: i legislatori e gli amministratori possono fare scelte diverse e seguire strade alternative ? possono cioè ispirarsi al principio del risparmio del suolo, invece che alla sua distruzione ? possono focalizzare l'attenzione sulla ricostruzione e ristrutturazione energetica del sistema edilizio esistente, invece di distruggere il paesaggio che è l'unica risorsa e patrimonio di tutti ?
Molti amministratori dovrebbero considerare, prima di decidere, anche gli interlocutori assenti: le generazioni future e nostri figli !

Andrea Belvedere

MALARIA, AUTOCHTHONOUS - ITALY (02): (LATINA)

Autochthonous malaria in Italy ­ probably not
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I would suggest to carefully check this information about autochthonous
malaria in Italy!

First of all, this would not be "the 1st case of malaria in which the
person was infected in Italy since then" (1970), as a previous and well
documented case of vivax malaria had been transmitted by a local mosquito
in 1997, in the "Maremma" of Tuscany (Lancet 1998;351:1246-7).

Secondly, past travel history should be carefully ascertained: in our
practice we have seen several cases of vivax malaria after years (up to > 6
y) after last visiting an endemic area, which would be by no mean exceptional.

As is well known, "endemic" areas for Plasmodium vivax still include
countries such as Southern Turkey relatively close to Italy. And finally,
other forms of "cryptic" malaria do exist and have been reported more
frequently (in non endemic countries including Italy) than cases of
transmission by local mosquitoes.

Therefore I disagree that "It is conceivable that malaria may have returned
to the area". Of all the possibilities, this appears to me by and large the
most unlikely.

I strongly suggest that before disseminating in a hurry unlikely infos,
taken from the general press, that could create alarm (I have personally
already received many mails only this morning), this should checked with
the doctors in charge of the patients, in this case the colleagues from
Spallanzani Hospital!

--
Dr Zeno Bisoffi
Primario, Centro per le Malattie Tropicali
Head, Centre for Tropical Diseases
Directeur, Centre pour les Maladies Tropicales
Director, Centro para Enfermedades Tropicales
Ospedale S. Cuore, 37024 Negrar - Verona (Italy)
zeno.bisoffi@sacrocuore.it

Ref. Ref. http://www.promedmail.org/pls/otn/f?p=2400:1001:5810101632383761::NO::F2400_P1001_BACK_PAGE,F2400

Eko

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Il primo esempio, tutto italiano, di “lampadina reciclata “.

sabato 7 novembre 2009

Enel ed Eni insieme per catturare la CO2

Roma, 27 ottobre – Alla presenza del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, e l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, hanno firmato l’accordo strategico di cooperazione per lo sviluppo delle tecnologie di cattura, trasporto e sequestro geologico dell’anidride carbonica (CO2) e per la realizzazione congiunta del primo progetto italiano in questo campo.
Eni ed Enel hanno deciso di unire le forze per la sperimentazione dell’intero processo dalla cattura della CO2 all’iniezione nel sottosuolo, al monitoraggio e alla verifica della stabilità e della sicurezza del deposito. Contestualmente alla firma dell’accordo strategico, Eni, Enel e ministero dell’Ambiente hanno firmato un Protocollo d’intesa finalizzato alla verifica e diffusione delle tecniche di cattura della CO2 e alla promozione delle fonti rinnovabili.
Enel sta realizzando presso la centrale termoelettrica di Brindisi il primo impianto industriale italiano per la cattura della C02 in grado di rimuoverne una portata di 2,5 tonnellate l’ora. L’impianto pilota sarà pronto nell’autunno 2009. L’Eni, a sua volta, ha avviato la realizzazione di un progetto che prevede l’iniezione di circa ottomila tonnellate l’anno di CO2 presso il giacimento esaurito di Stogit di Cortemaggiore (Piacenza). L’integrazione tra i due esperimenti comporta la realizzazione a Brindisi di un sistema di cattura e liquefazione della CO2 e il suo trasporto presso il sito di Cortemaggiore. L’inizio dell’iniezione sotterranea della CO2 è previsto per l’autunno 2010. Per sviluppare esperienza anche nel campo del trasporto della CO2 via gasdotto, Enel ed Eni hanno anche deciso di realizzare presso il sito di Brindisi una linea pilota di trasporto della CO2 allo stato denso. Il progetto integrato consentirà dunque di sviluppare competenze su tutta la filiera tecnologica della cattura, del trasporto e del sequestro della CO2, da applicare poi per progetti dimostrativi di larga scala, la cui realizzazione è fortemente auspicata dalla Commissione europea.
“L’accordo di oggi vede impegnati due grandi gruppi energetici nella realizzazione delle migliori soluzioni per combattere in modo efficace e sicuro il cambiamento climatico - ha spiegato Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale di Enel - . La nostra collaborazione offre all’Italia l’opportunità di essere in prima fila nello sviluppo delle tecnologie più innovative sulle quali si sta concentrando l’interesse delle maggiori aziende dell’energia europee e statunitensi e delle istituzioni internazionali, adatte anche per l’esportazione in quei Paesi come Cina e India, forti consumatori di carbone”.

Ref. http://www.e-gazette.it/0/14_pag/14_pag_att_02.asp?cod=16004&n=20081027180&art=8-43476400-0-054448932409283995&seg=&P04=8

Better Place

Shai Agassi, il profeta dell’auto elettrica, è un tipo a cui le sfide piacciono, e molto. Quarantuno anni, israeliano, afferma senza mezzi termini che la sua missione è porre fine all’era del petrolio. Ha rifiutato persino una poltrona da amministratore delegato alla Sap, colosso mondiale del software, per dedicarsi a tempo pieno a Better Place, la start up tecnologica da lui fondata.

Agassi non produce automobili, piuttosto stringe accordi con le Case e direttamente con gli Stati ed è convinto di poter creare un modello di mobilità a batterie economicamente sostenibile. L’obiettivo è partire già nel 2011 in Israele, per poi espandersi in Danimarca, Australia e California.

Ref. http://www.betterplace.com/


Welcome Blocks of Power



So you’re driving along in your electric car, right? And you’re thinking gosh, now that I have this Hybrid or whatever I am driving today, I feel like I should go another step. How can I generate more power? How? I need to not only generate enough energy for me to drive, I need to generate power for the buildings I’m driving past. “Carbon Zero” road block system has the answer for you!

So what have we got here? Positive and negative. Energy, not consequences. It’s all good, it’s all green.

This system is composed of several elements. The only one you’re going to see is the blocks on the road. As you drive over these blocks, the pressure from your vehicle pushes the blocks down, creating kinetic energy. N-type silicon and P-type silicone work together like a battery, creating a DC-direct current. This energy is then turned into AC-alternating current, which can be used for powering electric devices in the homes and businesses near the road.

Makes sense? Yes. Let’s see it work now.

Designer: Jaeyong Park

venerdì 6 novembre 2009

Trasforma il tuo scarti vegetali di olio in On-Site Elettricità

 

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Vegawatt ™, l'innovativo sistema di cogenerazione nuove per ristoranti e strutture di servizio alimentare, usa i tuoi olio da cucina usato come fonte prontamente disponibili di combustibile per generare energia elettrica in loco e di acqua calda, permette a ristoranti di salvare migliaia di dollari, oltre a fornire energia pulita da, fonte rinnovabile di energia.

Ref. http://www.vegawatt.com

Un cono di pochi metri invece dei piloni: ecco l'eolico senza pale

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H1N1 (swine flu) weekly highlights: October 28 - November 3, 2009

 

Afghanistan, Ukraine, Moldova, Croatia, Belarus, Slovenia, Austria, and the Canadian provinces of Newfoundland and Yukon reported their first H1N1 deaths.
The World Health Organization (WHO) reported the number of global H1N1 deaths jumped to over 5,700 worldwide.
In other statements, WHO reiterated that the vaccines are safe, that one dose is sufficient for adults and children over 10, and that pregnant women should be vaccinated since they are a high-risk group.
Researchers at the annual meeting of the Infectious Diseases Society of America reported that influenza vaccination of pregnant women was "85 percent effective in preventing hospitalization in their infants under 6 months of age." The study also indicated babies of vaccinated women were bigger, healthier and less likely to be premature.
Following last week's declaration of a national emergency in the US, New York state and the city of Philadelphia made similar declarations. This allows hospitals and local governments freedoms from certain restrictions during the emergency. HHS Secretary Sebilius suspended additional regulations relating to H1N1 treatment.
Long lines and vaccine shortages plagued H1N1 vaccine clinics throughout the United States and Canada.
As the number of US children who have died of H1N1 climbed to 114 and 48 states reported widespread flu, the CDC noted that only half of people who most need immediate treatment for H1N1 swine flu are actually seeking it.
Photo courtesy of: http://www.latimes.com/features/health/la-me-swine-flu-clinics4-2009nov04,0,3665600.story?track=rss

Ref. http://healthmapblog.blogspot.com/2009/11/h1n1-swine-flu-weekly-highlights.html

ECO-ENERGIA: VENTO E SOLE PER ALIMENTARE AUTO ELETTRICHE (ANSA) - ROMA, 4 NOV

ECO-ENERGIA: VENTO E SOLE PER ALIMENTARE AUTO ELETTRICHE
(ANSA) - ROMA, 4 NOV - Per favorire lo sviluppo della mobilita' a emissioni zero e andare cosi' nella direzione giusta verso Copenaghen il gruppo del Partito democratico alla Camera ha fatto una proposta di legge che prevede finanziamenti per la creazione di impianti eolici e/o fotovoltaici che abbiano l' esclusivo utilizzo per il rifornimento dei veicoli elettrici, lo sviluppo di stazioni, colonnine e strutture di ricarica o di scambio delle batterie diffuse sul territorio regionale e nazionale, in particolare sulla rete autostradale. Fra i firmatari, i deputati Andrea Lulli, capogruppo in commissione Attivita' produttive, Raffaella Mariani, capogruppo in commissione Ambiente, Ivano Strizzolo, componente commissione Finanze e Silvia Velo, vicepresidente della commissione Trasporti. I progetti previsti della proposta di legge del gruppo Pd alla Camera sono finanziati con l'aumento di 100 milioni di euro, a partire dal 2010, delle risorse del Fondo per la mobilita' sostenibile per la realizzazione e il potenziamento della rete di distribuzione destinata al rifornimento dei veicoli ad esclusiva alimentazione elettrica; con l'aumento di 100 milioni a partire dall'anno 2010 delle risorse del Fondo competitivita' e sviluppo per lo sviluppo di impianti eolici e fotovoltaici per l'approvvigionamento dei veicoli ad esclusiva alimentazione elettrica; con un contributo di 7.000 euro per l'acquisto di veicoli a esclusiva alimentazione elettrica, che cumulato con il contributo per la rottamazione arriva a 8.500 euro per le auto e 9.500 euro per i furgoni. Sono previsti anche l'acquisto di flotte pubbliche e di autobus elettrici, la creazione di parcheggi e strisce verdi gratuiti dotati di colonnine di rifornimento e la priorita' nelle gare d'appalto per il car-sharing alle societa' o organizzazioni che utilizzano veicoli elettrici Ulteriori agevolazioni riguardano la riduzione dei tempi di ammortamento per le societa' e l'esclusione da tasse specifiche sull' elettricita' fornita dalle fonti rinnovabili, utilizzate per la ricarica delle auto ad esclusiva alimentazione elettrica, oltre all'esenzione dalla tassa di proprieta'. Possibilita', infine, per i veicoli ad esclusiva alimentazione elettrica di circolare nelle aree a traffico limitato ed esclusione dai blocchi anche temporanei della circolazione. (ANSA).

Domenico Finiguerra: sindaco a crescita zero

Gentile Domenico Finiguerra, innanzitutto grazie per la Sua disponibilità. Che cosa l’ha portata, come sindaco, a decidere di rendere Cassinetta di Lugagnano il primo comune “a crescita zero” in Italia?

Per me è stato l'amore. Si, l'amore per mio figlio.

Ma non è stata una decisione solo mia. Bensì dell'intero gruppo che si è riconosciuto nella lista civica Per Cassinetta. Fermare l'espansione urbanistica e il cemento era ed è tuttora uno dei pilastri della nostra Politica. Il motivo principale sta nell'aver preso coscienza di un fatto: il territorio non è infinito e non è riproducibile.

Una volta preso atto di questo, abbiamo adottato l'unica decisione che può concretamente contrastare il fenomeno della cementificazione selvaggia che comincia a soffocare non solo l'ambiente, l'agricoltura e il paesaggio, ma anche i cittadini. Nelle nostre discussioni, è sempre presente un interlocutore mai considerato: le generazioni future, i nostri figli.

Il consumo di territorio ha assunto nell’ultimo decennio proporzioni molto preoccupanti. Seguendo un modello di sviluppo funzionale ad una sommatoria di interessi singoli e per nulla orientato al soddisfacimento e alla salvaguardia del bene comune, il nostro Paese ha cavalcato un’urbanizzazione ampia, rapida e violenta. Le aree destinate ad edilizia privata, le zone artigianali, commerciali e industriali con relativi svincoli e rotonde si sono moltiplicate ed hanno fatto da traino a nuove grandi opere infrastrutturali (autostrade, tangenziali, alta velocità).

Dinamiche complesse che però sono il risultato di un dato di fatto molto semplice: la cementificazione, oggi, non è considerata un’emergenza. Nonostante dati allarmanti e fatti concreti, il consumo di territorio non è considerato un problema.

Così, da un minuscolo comune lombardo, abbiamo deciso di lanciare un sasso nello stagno del grande dibattito italiano. Si è deciso di dire stop al consumo di territorio. Ed è stato fatto, appunto, con un’azione concreta. L’adozione di un Piano Regolatore che non prevede nessuna nuova espansione urbanistica, ma che punta tutto sul recupero dell’esistente. Una decisione che ha suscitato grande interesse, forse eccessivo.

comune cassinetta lugagnano 2
"Occorreva ed occorre prendere atto che la terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Così, noi abbiamo cominciato a curarla. A partire dalla porzione di terra da noi amministrata". Foto di Luigi Errico

Occorreva ed occorre prendere atto che la terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Così, noi abbiamo cominciato a curarla. A partire dalla porzione di terra da noi amministrata.

E l’adozione di un Piano Regolatore battezzato a “crescita zero”, ha fatto emergere con chiarezza l’incompatibilità e l’avversità della scelta operata rispetto al modello di sviluppo dominante. Soprattutto nella provincia di Milano.

Quali pensa che siano i vantaggi di una tale scelta, considerando il fatto che l’espansione del territorio nei piani regolatori è vista generalmente come fonte di guadagno per le casse comunali?

Il vantaggio sta nell'ipotizzare e praticare un modello alternativo. E il venir meno di ingenti introiti per oneri di urbanizzazione ci ha fatto trovare un’ Altra Politica.

Oggi i comuni versano in condizioni economiche precarie. Entrate in diminuzione e uscite in aumento producono bilanci in forte squilibrio. In assenza di una reale autonomia finanziaria, per un sindaco e la sua giunta, è sempre più difficile far quadrare i conti.

Se poi l’attività amministrativa è ispirata da manie di grandezza (molti amministratori vogliono e promettono oltre misura: palazzetti, piscine, centri civici, bowling, rotonde, eventi e appuntamenti autoreferenziali), diventa ancora più difficile trovare le risorse necessarie.

Così, grazie al combinato disposto di una legge, che consente di applicare alla parte corrente dei bilanci gli oneri di urbanizzazione e della disponibilità di territorio i comuni praticano la monetizzazione del territorio.

Un circolo vizioso che, se non interrotto, porterà al collasso intere zone/regioni urbane. Un meccanismo deleterio, che permette di finanziare i servizi ai cittadini con gli oneri di urbanizzazione, con l’edilizia, la quale produce nuovi residenti e nuove attività e quindi nuove domande di servizi, e così via, con effetti devastanti. Un meccanismo che di fatto droga i bilanci comunali, finanziando spese correnti con entrate una tantum, che prima o poi finiranno, perchè ripeto il territorio non è infinito.

comune cassinetta lugagnano campo grano
"Bisogna recare beneficio alla terra data la scarsità di risorse con le quali dobbiamo misurarci tutti i giorni". Foto di Luigi Errico

Quindi il primo vantaggio, sta nell'aver interrotto questo circolo vizioso. Risparmiando la terra. Ma questa scelta oltre a recare beneficio alla terra, ha messo in moto, data la scarsità di risorse con le quali ci dobbiamo misurare tutti i giorni, sobrietà e austerità. Virtù amministrative che, dati i tempi, è sempre più urgente reintrodurre nella pratica politica quotidiana.

Come è riuscito a convincere, se ce ne è stato bisogno, il Consiglio Comunale?

La mia maggioranza è un “monocolore”. Un monocolore per la terra. La nostra politica urbanistica ha passato tre esami. Il primo nel 2002, quando ci siamo presentati per la prima volta ottenendo il 51% dei consensi. Il secondo prima dell'approvazione del piano regolatore nel corso di un lungo processo partecipato. Il terzo nel 2007, quando dopo aver approvato il piano regolatore, gli elettori ci hanno premiato con il 62%.

Gli elettori li abbiamo convinti parlando. Illustrando e spiegando che questo modello di sviluppo non va. E che è necessario invertire la rotta. Perchè il futuro non può stare in un centro commerciale dove riversarsi nei fine settimana. Non può stare su una tangenziale. Non può stare in periferie anonime, dove le relazioni sociali sono ai minimi termini e i rapporti umani sono come gelati: una leccata e via.

Presso Cassinetta di Lugagnano è stata presentata a livello nazionale la campagna “Stop al consumo di territorio”. Pensa che possa davvero avere successo una tale iniziativa in un Paese come l’Italia, così soggetto a cementificazione, speculazione edilizia ed abusivismo?

Me lo auguro e i segnali che ci arrivano vanno in quella direzione. Sono ormai più di diecimila gli aderenti ed oltre 200 le associazioni che promuovono iniziative sul territorio. La campagna si propone di affermare il diritto al territorio non cementificato.

“L'Italia è un paese meraviglioso” recita il manifesto nazionale. Viviamo seduti su una miniera d'oro. Ma la stiamo usando come latrina. La campagna vuole essere quel tale che arriva e dice: “Scusi, può evitare. Mi da fastidio...

Cosa pensa del “Piano casa” ideato dall’attuale governo?

Rischia di diventare l'ennesimo condono mascherato.

comune cassinetta lugagnano 3
"Il nostro Piano Regolatore, non ha fermato l'edilizia. L'ha indirizzata verso il recupero e verso il restauro". Foto di Luigi Errico

Quali alternative suggerirebbe, Lei, per rilanciare in modo più “sensato” il settore edilizio?

I nostri immobili sono colabrodo. Consumano 20mc di metano al mq all'anno. Se si ipotizzasse una Grande Opera Pubblica, consistente nel recupero di tutto il patrimonio edilizio esistente rendendolo più efficiente dal punto di vista energetico e nel recupero dei molti angoli deturpati del territorio italiano da ecomostri, si rilancerebbe, eccome, l'edilizia. E sarebbe un investimento per il futuro. Per il turismo, per la cultura.

Il nostro Piano Regolatore, non ha fermato l'edilizia. L'ha indirizzata verso il recupero e verso il restauro. Corti, cortili, ville, cascine, ruderi. Certo non lavorano le grandi imprese immobiliari. Ma i piccoli artigiani. Specialisti del restauro e non quelli della speculazione.

Lei ha partecipato anche al libro L’anticasta: l'Italia che funziona, con altri autori quali Maurizio Pallante e Marco Boschini. Un libro che può risollevare gli animi degli italiani…

In Italia ci sono centinaia di persone che nell'ombra sperimentano quotidianamente un nuovo modo di fare politica. Difficilmente salgono alla ribalta dei talk show televisivi. Se fossero invitati a Ballarò o a Porta a Porta, renderebbero visibile un'altra Italia. Quella che non fa della politica un esercizio tattico. Ma che utilizza il potere per cercare nuove vie e rendendole praticabili anche per gli altri. Interpretando il significato dato alla politica da Aristotele. Lavorare per il bene comune. Il libro di Marco Boschini e Michele Dotti, raccoglie queste nostre storie e le mette a disposizione. Spero davvero molti Italiani sappiano prendere spunto per appassionarsi e per trovare tempo e spazio da dedicare alla rinascita di questo paese.

A proposito di Pallante e Boschini, pensa che Associazioni come quella della Decrescita felice o dei Comuni Virtuosi, con le loro proposte che vanno oltre alla mera critica di ciò che non va, possano aiutare gli enti locali nella gestione della cosa pubblica?

Le esperienza virtuose sono a disposizione. Basta cercarle, copiarle e adattarle. E non ascoltare mai i “mestieranti” della politica. Quelli che ai cittadini che vorrebbero occuparsi del loro paese, del loro quartiere o della loro città, dicono: “Eh...la politica è difficile. Enormi responsabilità. Leggi, regolamenti, normativa. Ci pensiamo noi. Non ti preoccupare. Tu continua a guardare la TV".

Ref. http://www.terranauta.it/a1175/citta_ecologiche/domenico_finiguerra_sindaco_a_crescita_zero.html

giovedì 5 novembre 2009

L’influenza A tra bufale (d’oro) e allarmismo di Stato

“Questa storia dell’influenza A è una bufala pazzesca”. Lucia Lopalco è a capo dell’unità di Immunobiologia di Hiv del San Raffaele e insieme al suo staff, pochi mesi fa, si è aggiudicata un premio di 100 mila dollari assegnato dalla fondazione statunitense Bill and Melinda Gates Foundation.
Una bufala che riempie tutte le prime pagine di oggi, però...
Infatti, se non fossi tanto disgustata dall’assenza di professionalità che viene fuori da questa vicenda (identica all’altra di qualche anno fa, nota come influenza aviaria), ci sarebbe solo da ridere. L'unica cosa vera è che il virus H1N1 è particolarmente virulento per tutte le persone gravemente immunocompromesse. Ma si tratta di una normale influenza che una persona in salute (cioè non affetta da gravi patologie) cura con una settimana di riposo nel letto di casa propria: lo scorso anno sono morte 30 mila persone a causa dell’influenza stagionale.
Il vaccino, dunque, che senso avrebbe?
Il vaccino deve essere assunto solo da chi è affetto già da gravi patologie: un paziente sieropositivo, dunque immunodepresso, piuttosto che rischiare la vita e contrarre il virus, ha senso che faccia fronte a possibili effetti collaterali del vaccino stesso. Per le persone sane, invece, è dannoso: non ci sono controlli, in compenso, è in corso un rumorosissimo battage pubblicitario.
Pandemia sì, ma di guadagni per le case farmaceutiche?
Il farmaco è stato sviluppato da Novartis (multinazionale farmaceutica svizzera, ndr) che ha concluso con il governo un contratto capestro che la Corte dei Conti ha giudicato non valido. Il punto è che sulla base di questo contratto, se intervengono effetti collaterali dopo l’inoculazione del siero, non ne risponde la casa farmaceutica (come dovrebbe) ma lo Stato. Cosa vuol dire?
Ce lo dica lei.
Che ha pochissime sperimentazioni e, infatti, moltissimi medici (che sono i principali untori) si rifiutano di farlo.
Si può parlare di una concentrazione di casi a Napoli, come già si sta facendo (più della metà delle 17 vittime è campana ndr)?
Solo se le vittime fossero 100 e i casi riscontrati in Campania fossero 80, potremmo fare una valutazione e spingerci in un’analisi che avrebbe un senso. La domanda è: a Napoli, quanti casi di morte per l’influenza stagionale abbiamo avuto negli ultimi 10 anni? Se fossero superiori alla media nazionale, poi, dovremmo ragionare di malasanità. Ma quella è un’altra storia.
Cosa deve fare una persona sana che contrae il virus A?
Niente allarmismi: basterà una dose doppia di tachipirina. E l'assunzione di antibiotici, per evitare infezioni batteriche in chi abbia le difese immunitarie già compromesse.

Ref.http://temi.repubblica.it/micromega-online/l%E2%80%99influenza-a-tra-bufale-d%E2%80%99oro-e-allarmismo-di-stato/